mercoledì 10 Settembre 2025
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Giorgio Armani: Milano in lutto, un’era finisce, un’eredità vive.

Il feretro di Giorgio Armani ha lasciato Rivalta, nel Piacentino, mentre a Milano e nel mondo, con un gesto di profonda deferenza, le attività aziendali si sono immobilizzate alle 15:00, in un silenzio condiviso.

Un omaggio solenne, espressione del rispetto globale per un uomo che ha rivoluzionato l’estetica e il business del lusso.

La scomparsa, avvenuta all’età di 91 anni, ha segnato la fine di un’era, ma l’eredità di Armani, tessuta di innovazione, eleganza sobria e visione imprenditoriale, continua a vibrare nel cuore dell’industria della moda.
Le migliaia di collaboratori, pilastri di una realtà industriale fondata mezzo secolo fa, hanno operato fino a quel momento preciso, un’interruzione sincronizzata con le esequie private celebrate nel piccolo paese emiliano che accolse l’infanzia di Armani e della sua famiglia.
Un gesto che va oltre la semplice sospensione delle attività: è una dichiarazione di appartenenza a una filosofia, un ethos aziendale che pone l’uomo e i suoi valori al centro.
I giorni precedenti, la camera ardente allestita nel suo teatro di via Bergognone, a Milano, ha visto un flusso continuo di quindicimila persone, un tributo spontaneo che testimonia l’affetto e la gratitudine di un pubblico vasto e diversificato.

I funerali, riservati a familiari e collaboratori più stretti, si sono tenuti nella chiesa di San Martino a Rivalta, un luogo intriso di ricordi personali.

Milano, città d’adozione di Armani, ha espresso il suo cordoglio con un lutto cittadino e un minuto di silenzio nel Consiglio comunale, riconoscendo il contributo inestimabile che lo stilista ha apportato all’economia e all’immagine della città.
Il sindaco Beppe Sala aveva offerto l’iscrizione al Famedio, il Pantheon milanese, ma Armani aveva scelto di riposare nella cappella di famiglia, un gesto di parsimonia e attaccamento alle radici.

L’attenzione ora si volge all’apertura del testamento, un atto formale che coinvolgerà le nipoti Silvana e Roberta, figlie del defunto fratello Sergio, Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna, e Leo Dell’Orco, compagno di vita e collaboratore storico.

Nonostante il lutto, l’attività aziendale prosegue nel rispetto delle intenzioni del fondatore.

La mostra a Brera e la sfilata del 28 settembre, durante la Fashion Week milanese, saranno un’occasione per celebrare i cinquanta anni di un impero costruito sulla ricerca della perfezione e sulla capacità di interpretare i cambiamenti sociali e culturali.
Armani, fino alla fine, ha curato ogni dettaglio, lasciando un’impronta indelebile nel mondo della moda e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscere la sua visione.
Il suo esempio continuerà a ispirare generazioni di designer e imprenditori, perpetuando un’eredità di stile, innovazione e impegno umano.

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