martedì 9 Settembre 2025
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Transizione auto UE: obiettivi a rischio, serve revisione.

La traiettoria ambiziosa delineata dall’Unione Europea per la transizione del settore automobilistico verso il 2030 e il 2035, improntata a severi obiettivi di riduzione delle emissioni, si scontra con sfide strutturali che ne mettono seriamente a rischio la fattibilità.

Le proiezioni attuali, basate su un’analisi realistica delle dinamiche di mercato e delle capacità produttive, suggeriscono scenari potenzialmente destabilizzanti per l’intero comparto europeo.

Un mantenimento degli obiettivi prefissati comporterebbe, secondo stime prudenziali, un significativo restringimento del mercato – stimato in una contrazione di circa il 30% – oppure, scenario ancora più gravoso, un collasso finanziario diffuso che coinvolgerebbe la maggior parte dei produttori automobilistici continentali.

Jean-Philippe Imparato, Direttore Europa di Stellantis, ha espresso durante un dibattito a Iaa Mobility 2025 a Monaco, un’auspicabile apertura a una revisione strategica della normativa in atto.

Questa revisione non è un semplice atto formale, ma un imperativo strategico per salvaguardare la vitalità e la competitività dell’industria automobilistica europea, un settore cruciale per l’occupazione e l’innovazione in numerosi paesi.
La questione non è meramente tecnica o finanziaria.

Essa si radica in una complessa interazione di fattori economici, sociali e geopolitici.

La transizione verso l’elettrico, ad esempio, richiede investimenti ingenti in infrastrutture di ricarica, sviluppo di nuove tecnologie per batterie e catene di approvvigionamento di materie prime, spesso concentrate in aree geografiche diverse dall’Europa.
La velocità con cui i consumatori adottano i veicoli elettrici è influenzata da fattori quali il costo, l’autonomia, la disponibilità di modelli adatti a diverse esigenze e la percezione del valore complessivo.

Una revisione della normativa dovrebbe quindi considerare, in modo pragmatico e flessibile, queste variabili.

Non si tratta di rinunciare all’obiettivo di una mobilità più sostenibile, ma di definire una roadmap realistica, che tenga conto delle attuali condizioni di mercato e delle capacità produttive, stimolando al contempo l’innovazione e garantendo la competitività delle imprese europee nel panorama globale.

È necessario un dialogo costruttivo tra i produttori, le istituzioni europee e le parti sociali, finalizzato a individuare soluzioni innovative che conciliino gli imperativi ambientali con le esigenze economiche e sociali.
Un approccio rigido e inflessibile rischia di compromettere la resilienza dell’industria automobilistica europea, con conseguenze potenzialmente gravi per l’economia e l’occupazione.

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