Nel cuore della pianura polesana, a Boara Pisani, una complessa operazione condotta dalla squadra Mobile di Rovigo ha portato all’arresto di quattro individui, svelando un ingente traffico di sostanze stupefacenti.
L’attività di indagine, protrattasi nel tempo e culminata in un’esecuzione mirata, ha permesso di rinvenire e sequestrare 61 chilogrammi di hashish, un quantitativo considerevole che denota l’organizzazione e la portata dell’attività illecita.
Gli arrestati, di nazionalità albanese (un uomo di 29 anni residente a Rovigo, una donna di 32 anni domiciliata nella stessa città e un uomo di 26 anni residente a Villadose) e una cittadina italiana di 22 anni, anch’essa residente a Rovigo, sono ora sotto inchiesta con l’ipotesi di reato di trasporto e detenzione aggravata di stupefacenti, una contestazione che riflette la gravità del crimine e le potenziali ripercussioni sulla collettività.
L’esecuzione delle perquisizioni e degli arresti è stata preceduta da un’approfondita attività di raccolta informazioni e di monitoraggio, volta a ricostruire le dinamiche del traffico di droga e a identificare i responsabili.
L’imponente quantità di hashish rinvenuta suggerisce un’attività strutturata, che coinvolgeva presumibilmente diversi soggetti e che mirava a distribuire la sostanza stupefacente su un ampio territorio.
Durante le operazioni di polizia, sono stati inoltre sequestrati 36.000 euro in contanti, una somma significativa che potrebbe essere ricavata dalle attività illecite e che ora sarà oggetto di ulteriori indagini per tracciarne la provenienza e la destinazione.
Il sequestro del denaro costituisce un elemento importante nell’ambito dell’inchiesta, finalizzato a disartricare le reti finanziarie che sostengono il traffico di droga.
La Procura della Repubblica di Rovigo, guidata dal pubblico ministero, ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari la convalida degli arresti e, in ottemperanza ai principi di legalità e precauzione, ha avanzato la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di due degli indagati.
Tale decisione, accolta dal Gip, si basa sulla gravità dei fatti contestati, sul rischio di inquinamento delle prove e sulla necessità di garantire la sicurezza pubblica.
La misura cautelare rappresenta uno strumento importante per impedire agli indagati di reiterare comportamenti illeciti e di ostacolare le indagini in corso.
L’operazione di contrasto alla criminalità organizzata, condotta dalla squadra Mobile, evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel prevenire e reprimere il traffico di sostanze stupefacenti, tutelando la salute pubblica e il tessuto sociale.
Le indagini proseguono per identificare eventuali complici e per ricostruire completamente la filiera del traffico di droga, con l’obiettivo di smantellare completamente l’organizzazione criminale e di portare a termine il percorso giudiziario a carico dei responsabili.