11 luglio 2024 – 13:40
Rosalia Messina Denaro, sorella del noto capomafia Matteo Messina Denaro, è stata condannata a 14 anni di reclusione dal giudice Clelia Maltese per associazione mafiosa e ricettazione. Il processo si è concluso con il rito abbreviato, e la donna si trova in carcere dal marzo del 2022. L’accusa sostenuta dal pm Gianluca De Leo afferma che Rosalia abbia aiutato il fratello a eludere l’arresto per anni, gestendo i fondi della famiglia mafiosa e facilitando la comunicazione tra Messina Denaro e i suoi affiliati tramite “pizzini”. Inoltre, emerge che Matteo era preoccupato per il futuro e desiderava conoscere esattamente quanto tempo gli restasse da vivere.Durante il dibattimento al Tribunale di Marsala è emersa la testimonianza della dottoressa Antonella Marchese, una dei medici oncologi della clinica “La Maddalena” di Palermo. La dottoressa ha raccontato di aver trattato un paziente identificatosi come Andrea Bonafede durante le sedute chemioterapiche. Quest’uomo ben vestito e dall’aspetto agiato non aveva mai richiesto certificati Inps e parlava talvolta di una figlia. Anche Chiara Ancona, un’altra medico coinvolta nel caso, ha confermato di aver curato lo stesso individuo durante le terapie contro il cancro.Il coinvolgimento dei medici nella vicenda ha portato all’accusa nei confronti di Alfonso Tumbarello, ex medico di base di Campobello di Mazara, accusato di complicità esterna con la mafia per aver rilasciato falsi certificati medici a nome di Andrea Bonafede per consentire a Matteo Messina Denaro di ricevere cure mediche sotto falso nome. Le indagini hanno dimostrato che i tre dottori coinvolti non erano consapevoli dell’identità reale del paziente e credevano sinceramente che si chiamasse Andrea Bonafede.La vicenda ha scosso l’opinione pubblica per la complessità delle relazioni tra criminalità organizzata e sistema sanitario, mettendo in luce come la mafia possa infiltrarsi persino nei settori più delicati della società. La sentenza nei confronti di Rosalia Messina Denaro rappresenta un passo importante nella lotta contro il crimine organizzato in Italia, ma evidenzia anche la necessità di vigilare attentamente su tutte le sfaccettature delle attività illegali delle cosche mafiose.
