La vertenza Sider Alloys di Portovesme, al di là del recente comunicato nazionale dei metalmeccanici, sta precipitando in una crisi sistemica che richiede un intervento immediato e incisivo da parte di tutte le istituzioni coinvolte.
Le segreterie di Fiom, Fsm e Uilm del Sulcis Iglesiente, con profonda preoccupazione, lanciano un appello urgente, esortando a superare la fase di vana discussione e ad assumere responsabilità concrete.
La situazione non è più tollerabile.
Non si tratta solo della salvaguardia di posti di lavoro, ma della stabilità economica e sociale di un intero territorio.
Le istituzioni creditrici, in particolare, sono chiamate a uscire dall’inerzia e a contribuire attivamente alla ricerca di una soluzione, riconoscendo la gravità del collasso in atto.
Si rimprovera alla Regione Sardegna, firmataria di un accordo di programma che ha già comportato una perdita ingente di risorse pubbliche – 8 milioni di euro finiti nelle casse di Sider Alloys – di aver alimentato un modello insostenibile.
Il Comune di Portoscuso, penalizzato dalla mancata riscossione dell’IMU per milioni di euro, il Consorzio Industriale, gravato da crediti non pagati relativi alla fornitura di acqua e altri servizi essenziali, e Confindustria, a difesa delle aziende contraenti che rischiano il tracollo a causa di lavori in appalto non saldati, sono tutti elementi di un quadro allarmante.
I sindacati chiedono con fermezza un tavolo di confronto urgente, precedente all’incontro cruciale al Mimit, coinvolgendo la Presidente della Regione, il Sindaco di Portoscuso, il Presidente del Consorzio Industriale e le rappresentanze di Confindustria.
L’obiettivo è far emergere, con chiarezza e documentazione probante, l’inefficienza gestionale che ha portato all’acquisizione dell’ex Alcoa da parte di Sider Alloys e i conseguenti danni sociali ed economici.
È imperativo interrompere questa spirale negativa.
La richiesta di ulteriori 300 milioni di euro di finanziamento da parte dell’attuale proprietà deve essere preclusa, data l’evidente incapacità di gestione dimostrata.
L’incontro al Mimit del 15 settembre rappresenta un momento decisivo: si attende che porti novità concrete e che definisca un futuro per lo stabilimento che sia indipendente dalle attuali dinamiche gestionali e dalle scelte fallimentari che le hanno precedute.
La sopravvivenza di Portovesme, e dell’intera area del Sulcis Iglesiente, dipende da una svolta radicale e da una profonda revisione del modello di sviluppo industriale.