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Espressionismo Italiano: Un’Eco Dissonante a Vercelli

L’eco dissonante di un’epoca: l’Espressionismo italiano a VercelliSi apre al pubblico domani, nello Spazio Arca di Vercelli Guttuso, un’inedita finestra sul complesso e affascinante panorama dell’Espressionismo italiano.
La mostra, promossa dal Comune di Vercelli e dalla Fondazione Giuseppe Iannaccone, con il prezioso supporto di Arthemisia, offre per la prima volta una concentrazione di 34 opere significative, create tra il 1920 e il 1945, provenienti dalla storica Collezione Iannaccone.

Questo percorso espositivo unico, ospitato nell’austera bellezza dell’ex chiesa di San Marco, proietta lo spettatore in un periodo cruciale della storia europea, un’epoca segnata da profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche, che si riflettono intensamente nelle opere esposte.

L’inaugurazione, presentata dal sindaco Roberto Scheda, dalla presidente di Arthemisia Iole Siena, dal presidente della Fondazione Giuseppe Iannaccone e dal curatore Daniele Fenaroli, non è solo un evento culturale, ma un’occasione per ri-leggere un capitolo spesso marginalizzato nella storia dell’arte italiana.

L’Espressionismo, in questo contesto, si rivela come una risposta emotiva e viscerale alla crisi di valori e all’incertezza che avvolgevano il continente.

Tra i capolavori esposti fino all’11 gennaio, spiccano le opere di figure chiave come Lucio Fontana, con il suo suggestivo “Nudo in piedi” che esplora la materialità del corpo e l’astrazione della forma; Fausto Pirandello, che con “Composizione” gioca con le geometrie e le dissonanze cromatiche; Emilio Vedova, con “Il Caffeuccio Veneziano” che cattura l’essenza di un luogo attraverso una pennellata impetuosa e vibrante; e Renato Guttuso, con il potente “Ritratto di Antonino Santangelo”, un’indagine introspettiva sulla condizione umana.

Questi artisti, attraverso un linguaggio pittorico e scultoreo spesso radicale e anticonvenzionale, si sono sottratti alle convenzioni estetiche e alle narrazioni celebrative dominanti del tempo.
Hanno scelto di indagare le profondità dell’animo umano, svelando la fragilità, la solitudine e la tensione esistenziale che permeavano la società dell’epoca.
L’Espressionismo italiano, in questo senso, non è solo un movimento artistico, ma un vero e proprio atto di resistenza culturale, un tentativo di dare voce al disagio e alla sofferenza di un’umanità ferita.

La mostra arricchisce il percorso espositivo con tre opere del giovane artista Norberto Spina, incluso un prestito proveniente dalla Royal Academy di Londra, offrendo una prospettiva più ampia e dinamica sull’evoluzione dell’Espressionismo e sulle nuove generazioni di artisti che ne hanno raccolto l’eredità.
L’allestimento, studiato per valorizzare la forza espressiva di ogni opera, invita il visitatore a un profondo viaggio nell’animo di un’epoca, un’epoca che, nonostante le sue tenebre, ha saputo generare opere d’arte di straordinaria bellezza e significato.

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