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Venezia

Dal municipio al forno: il sindaco ritrova la dignità impastando pane.

A Meduna di Livenza, un piccolo gioiello incastonato nel tessuto trevigiano, si compie un percorso inatteso, una narrazione che intreccia la pubblica amministrazione con l’arte antica del panificare.
Arnaldo Pitton, sindaco uscente e figura di spicco nella comunità, si ritrova a ripercorrere un destino apparentemente inatteso, abbandonando la fascia tricolore per indossare un camice da forno.

La decisione, maturata a un passo dalla meritata pensione, non è frutto di una scelta indolore.

Pitton, dopo ben 42 anni dedicati alla responsabilità delle manutenzioni in un’azienda locale, si era trovato improvvisamente in cassa integrazione, un limbo che, contrariamente alle aspettative, si rivelava economicamente svantaggioso.

La mancata corresponsione dei contributi previdenziali, una condizione spesso misconosciuta, ha reso l’esperienza della cassa integrazione un vero e proprio “periodo ponte” senza prospettive di salvaguardia del futuro pensionistico.
L’indennità da sindaco, un misero ammontare di 8.000 euro lordi annuali, pari a poco più di 500 euro mensili, si contrapponeva drasticamente al precedente stipendio da responsabile manutenzioni, rendendo la situazione finanziaria insostenibile.

Un divario che, lungi dal rappresentare una semplice questione economica, solleva interrogativi più ampi sul sistema di remunerazione degli amministratori locali e sulla loro reale sostenibilità.

È in questo contesto che emerge la solidarietà della comunità, incarnata da un concittadino imprenditore, il titolare di una panetteria locale.
Un gesto di generosità che non solo offre a Pitton una nuova opportunità professionale, ma testimonia anche il forte legame tra i cittadini e la loro amministrazione.
L’esperienza di Pitton, dunque, trascende la mera cronaca di un sindaco in cerca di lavoro.

Si tratta di una parabola che riflette le fragilità del mondo del lavoro, l’importanza della rete sociale e la capacità di reinventarsi, anche quando il percorso sembra segnato.
Un ritorno alle radici, un’immersione nel profumo inconfondibile della farina e del lievito, un nuovo capitolo in una vita dedicata al servizio del proprio territorio.

Un sindaco che, abbandonando l’impegno politico, ritrova la dignità e la soddisfazione nel creare pane, simbolo universale di vita e condivisione.

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