venerdì 12 Settembre 2025
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Trento

DNA antico: nuove sorprese sull’origine di Ötzi e le Alpi.

L’analisi del DNA antico di 47 individui preistorici rinvenuti nelle Alpi del Trentino-Alto Adige ha svelato un quadro complesso e affascinante della storia genetica di questa regione, mettendo in discussione alcune ipotesi sull’origine di Ötzi, l’iconica mummia del ghiaccio.

Lo studio, pubblicato su *Nature Communications* e frutto della collaborazione tra l’Eurac Research di Bolzano, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali e l’Università di Trento, rivela discrepanze significative tra il profilo genetico di Ötzi e quello dei suoi contemporanei alpini, nonostante l’esistenza di alcuni elementi di somiglianza.

Le sequenze del cromosoma Y, trasmesso dal padre, e del DNA mitocondriale, ereditato dalla madre, di Ötzi non risultano corrispondenti a quelle dei genomi analizzati, suggerendo un’ascendenza distinta e solleva interrogativi sulla sua provenienza geografica e sui percorsi migratori che lo hanno portato nelle Alpi.
La ricerca, coordinata da Valentina Coia, ha permesso di ricostruire le dinamiche migratorie e gli scambi genetici che hanno plasmato le popolazioni alpine nel corso dei millenni.

L’analisi ha evidenziato un mosaico di influenze genetiche, con contributi provenienti da regioni geograficamente distanti come la Russia e l’Anatolia (l’attuale Turchia).
L’uomo più antico tra gli individui esaminati, vissuto circa 8.000 anni fa, presentava una parentela stretta con le popolazioni di cacciatori-raccoglitori occidentali, ma il suo genoma recava anche una marcata componente (circa il 16%) proveniente da gruppi di cacciatori-raccoglitori russi.

Questo dato testimonia un significativo mescolamento genetico avvenuto tra i due gruppi tra il 15.700 e il 10.300 anni fa, un evento che getta luce sulle rotte migratorie preistoriche che attraversavano l’Eurasia.

Successivamente, individui vissuti tra il 6.600 e il 6.300 anni fa, mostravano un legame genetico evidente con i primi agricoltori originari dell’Anatolia, indicando una successiva ondata migratoria che ha introdotto nuove tradizioni agricole e tratti genetici nell’area alpina.

L’analisi si è poi concentrata sull’impatto delle migrazioni dei pastori provenienti dalle steppe eurasiatiche, un fenomeno cruciale per la storia europea a partire da circa 5.000 anni fa.
Contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, l’influenza genetica “steppica” sui gruppi alpini è risultata sorprendentemente limitata.

Tuttavia, lo studio ha rilevato che questa componente genetica si manifestò nelle Alpi orientali in anticipo rispetto ad altre zone del Nord Italia, suggerendo possibili percorsi migratori preferenziali o specificità locali nel processo di integrazione di queste nuove popolazioni.
L’assenza di una corrispondenza diretta tra il DNA di Ötzi e quello degli altri individui analizzati, unitamente alle informazioni derivanti dall’analisi di altri resti umani preistorici, contribuisce a definire un quadro sempre più dettagliato delle complessse dinamiche demografiche e migratorie che hanno caratterizzato le Alpi nel corso del tempo, stimolando nuove domande e prospettive di ricerca.

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