sabato 13 Settembre 2025
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Piemonte

Cuneo sotto shock: rapine e paura, arrestato un giovane

Un’ombra di paura si è abbattuta su Cuneo, con l’arresto di un giovane di 22 anni, accusato di aver perpetrato una serie di rapine a danno di giovani residenti.

La vicenda, che ha scosso la tranquillità della città, emerge come un campanello d’allarme sulle dinamiche di microcriminalità e sulla potenziale escalation della violenza urbana.

Il primo episodio, consumatosi alla fine di agosto nel cuore del centro storico, ha visto un diciottenne aggredito a pochi passi dal luogo in cui aveva festeggiato il suo compleanno.
L’aggressore, armato di un coltello di dimensioni considerevoli, non si è limitato a sottrarre un gioiello e un orologio di marca, ma ha inflitto una profonda intimidazione, imponendo il silenzio con minacce esplicite.
La paura indotta in questa prima vittima ha avuto un effetto amplificatore, poiché, incontrando un coetaneo lungo il percorso, ha scoperto di essere vittima dello stesso individuo.
La riprova di una strategia ripetuta e mirata ha alimentato il senso di insicurezza diffusa.
Pochi giorni dopo, il terrore ha colpito nuovamente, questa volta prendendo di mira un minore.
La rapina, avvenuta in un’area densamente popolata, non si è limitata alla sottrazione di beni materiali – denaro, uno smartphone e una catenina d’oro – ma ha incluso aggressioni fisiche, con calci e pugni inferti alla vittima.
L’escalation della violenza è culminata in una minaccia particolarmente inquietante: l’ordine di recarsi a casa propria per depredare ulteriori beni, sotto la precisa intesa di non denunciare l’accaduto, pena una rappresaglia diretta contro gli amici della vittima.
La prontezza del minore nell’allertare i soccorsi ha evitato conseguenze potenzialmente più gravi, ma sottolinea la premeditazione e la spregiudicatezza dell’aggressore.

L’arresto del sospettato, giunto a seguito di indagini accurate e mirate da parte dei Carabinieri, ha aperto un’ulteriore spirale di riflessione.

Il giovane, con un pregresso penale significativo e già sottoposto alla misura di sorveglianza speciale – un indicatore della sua pericolosità sociale – solleva interrogativi sull’efficacia dei sistemi di controllo e sulla necessità di un approccio più strutturato nella gestione della marginalità e nella prevenzione della criminalità giovanile.
L’episodio invita a una riflessione più ampia sulla fragilità del tessuto sociale, sulla percezione di sicurezza e sull’importanza di investire in strategie di supporto e riabilitazione per i soggetti a rischio, al fine di interrompere il circolo vizioso della criminalità e restituire alla comunità un senso di protezione e fiducia.

La vicenda, purtroppo, è un monito a vigilare e a rafforzare il patto di convivenza civile.

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