A Venezia, una città intrisa di storia e arte, si è verificata una gravissima escalation di violenza antisemita, che getta un’ombra sinistra sulla convivenza civile e solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza dei cittadini e sulla gestione dei flussi migratori.
Nella notte tra il 7 e l’8 settembre, una coppia di turisti di origine ebraica – un cittadino statunitense e la moglie israeliana – è stata vittima di un’aggressione premeditata e brutale da parte di un gruppo di uomini di origine nordafricana, il cui comportamento rivela un livello di odio e intolleranza profondamente allarmante.
L’episodio, consumatosi in Strada Nuova, nei pressi della chiesa di Santa Fosca, è iniziato con insulti mirati, immediatamente riconducibili a un’ideologia radicale pro-palestinese, un chiaro segnale di un’agenda preordinata e un clima di crescente ostilità nei confronti della comunità ebraica.
La dinamica dell’aggressione non è stata un mero atto impulsivo, ma un’azione coordinata, caratterizzata dall’inseguimento della coppia, dall’uso di insulti sessualmente espliciti, e da una profonda disumanizzazione dei due turisti.
L’impiego di un rottweiler senza museruola, come arma intimidatoria, e il gesto provocatorio di una schiaffada camuffata da saluto, denotano una premeditazione e una volontà di umiliazione che vanno ben oltre la semplice aggressione fisica.
Il lancio di una bottiglia di vetro, che ha causato ferite alla donna, rappresenta il culmine di un’azione deliberatamente violenta.
L’intervento tempestivo dei militari della Guardia di Finanza e degli agenti delle volanti della Questura ha permesso di identificare alcuni dei responsabili, portando all’avvio di indagini penali per minaccia aggravata, istigazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e percosse.
La decisione di applicare il divieto di ritorno a Venezia per due anni al tunisino autore dello schiaffo e la procedura di espulsione nei confronti di un secondo individuo, in situazione irregolare, testimoniano un tentativo di risposta immediata, seppur parziale, a un fenomeno preoccupante.
Questo episodio, purtroppo, non è un evento isolato.
Si colloca in una linea di continuità con un precedente episodio accaduto ad agosto, sempre a Venezia, che ha visto una coppia americana di ebrei aggredita in circostanze analoghe.
Questi fatti, sommati a una crescente ondata di antisemitismo a livello globale, alimentata da dinamiche geopolitiche complesse e dalla diffusione di narrative radicali online, richiedono un’analisi approfondita delle cause e l’adozione di misure preventive più efficaci.
Oltre alla risposta repressiva, che è certamente necessaria, è fondamentale promuovere attivamente l’educazione alla tolleranza, il dialogo interculturale e la consapevolezza storica, al fine di contrastare l’odio e l’intolleranza in tutte le loro forme e salvaguardare i valori fondamentali di una società democratica e inclusiva.
La sicurezza dei cittadini, in particolare delle minoranze vulnerabili, è un imperativo assoluto che richiede un impegno costante e coordinato da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e dell’intera comunità.