“Scoperte archeologiche a Piazza Armerina: tra mosaici e reperti medievali”

Date:

14 luglio 2024 – 20:13

Nel cuore della Sicilia, tra le antiche rovine di Piazza Armerina, si respira l’aria del Medioevo che si mescola con la magnificenza della Villa del Casale e dei suoi famosi mosaici risalenti al IV secolo. La missione archeologica del 2024, condotta dall’Università di Bologna, ha portato alla luce un villaggio che si sovrapponeva alla dimora di un enigmatico latifondista dell’antichità tardo-romana. Emergono così le tracce di un vivace insediamento medievale del X-XII secolo, con case-laboratorio dotate di stanze per la conservazione degli alimenti e la preparazione dei pasti.Durante gli scavi è stato rinvenuto un raro reperto: due amuleti islamici in bronzo e piombo, uno dei quali recava incise parole tratte dal Corano. Questo ritrovamento testimonia la presenza degli arabi nel villaggio medievale tra il X e l’XI secolo, fino all’avvento dei Normanni. In un’altra area dello scavo è emerso lo scheletro di un individuo appartenente alle fasi tardomedievali dell’insediamento, i cui resti saranno analizzati per determinarne caratteristiche fisiche e patologie.I lavori archeologici hanno anche svelato nuovi dettagli dell’imponente edificio monumentale che precedeva la villa tardoantica: una struttura complessa dotata di terme che rappresenta una delle sorprese custodite dall’area archeologica. La campagna di scavi rientra nella terza edizione della Summer School internazionale di archeologia ArchLABS – Archaeological Heritage in Late Antique and Byzantine Sicily, organizzata dall’Università di Bologna in collaborazione con il CNR-ISPC e il Parco archeologico di Morgantina e della Villa del Casale.Il lavoro sul campo è stato supportato da Ambiens, importante azienda nel settore delle energie rinnovabili con sede a Piazza Armerina, nell’ambito del programma di tutela della Soprintendenza di Enna e col patrocinio del Comune locale. Alla Summer School hanno partecipato docenti, ricercatori e studenti provenienti da diverse università europee e statunitensi, contribuendo a arricchire lo scambio culturale e scientifico.Durante l’evento formativo è stato approfondito lo studio dell’edilizia abitativa nella Sicilia tardoantica, combinando approcci teorici tradizionali con tecniche digitali per l’analisi e la gestione dei dati archeologici. La conclusione delle attività ha visto l’apertura dello scavo alla comunità locale e ai numerosi turisti in visita alla villa attraverso una open house organizzata in collaborazione con il Gruppo Archeologico locale.

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