La recente istituzione della tredicesima Commissione Speciale del Consiglio Regionale della Sardegna segna un momento cruciale per l’evoluzione dell’autonomia sarda.
Questa commissione, presieduta da Piero Comandini, Presidente dell’Assemblea, e composta dai capigruppo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, si appresta a rivedere la Legge Statutaria e a definire le relative norme di attuazione, in linea con i principi delineati dalla Costituzione italiana del 1948.
La missione, circoscritta a un arco temporale massimo di due anni, si articola in due obiettivi primari: la formulazione di una proposta di legge regionale che riscriva le regole interne del governo sardo e un’analisi approfondita dei settori che necessitano di una revisione o di una nuova implementazione delle norme di attuazione dello Statuto.
La Legge Statutaria rappresenta lo strumento cardine attraverso il quale la Sardegna può ridefinire i propri equilibri istituzionali, delineando con precisione i rapporti tra gli organi interni, le procedure elettorali, i meccanismi di decadenza, le ipotesi di sfiducia e l’eventuale ricorso al referendum.
Tuttavia, la Sardegna si distingue per una scarsa propensione all’esercizio del diritto di dialogo con lo Stato, un confronto che si sarebbe rivelato fondamentale per aggiornare lo Statuto in risposta alle mutevoli esigenze del territorio e della società.
L’esperienza passata, con il tentativo fallito del 2008 sotto la presidenza Soru, serve da monito: la necessità di un ampio consenso e di una forte legittimazione popolare, ottenibile solo attraverso un processo partecipativo e trasparente.
L’analisi comparativa con altre Regioni a Statuto Speciale, come la Sicilia e il Trentino-Alto Adige, rivela un divario significativo nel numero di norme di attuazione approvate.
Questa discrepanza suggerisce la necessità di un cambio di passo, di un’azione più incisiva per colmare le lacune normative e garantire una piena ed efficace applicazione dello Statuto.
Il lavoro della Commissione inizierà con un ciclo di audizioni che coinvolgeranno la Presidente della Regione, Alessandra Todde, e i precedenti Presidenti e Presidenti del Consiglio.
Questo approccio inclusivo mira a raccogliere un’ampia gamma di prospettive e a favorire un dibattito costruttivo che tenga conto della complessità delle questioni in gioco.
La partecipazione attiva di tutte le forze politiche, al di là delle appartenenze ideologiche, è considerata essenziale per garantire la solidità e la condivisione del risultato finale.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, sottolinea l’importanza di recuperare un tema centrale per il Consiglio Regionale, allontanandosi da approcci consulenziali o privatistici.
La revisione della Legge Statutaria rappresenta un’opportunità per ridefinire le prerogative della Regione, soprattutto nel contesto dei rapporti con lo Stato, un rapporto che deve evolversi di pari passo con i cambiamenti geopolitici e socio-economici che caratterizzano il XXI secolo.
La durata dei ventiquattro mesi assegnati alla Commissione, tuttavia, solleva interrogativi, soprattutto alla luce della possibilità di un’anticipata conclusione della legislatura.
L’ottimismo espresso dal capogruppo di Orizzonte Comune, Sandro Porcu, riflette una generale fiducia nel processo, ma anche una consapevolezza delle sfide che attendono la Commissione.
La necessità di un’azione rapida e determinata, unita alla volontà di coinvolgere l’intero popolo sardo, costituirà la chiave per il successo di questa importante iniziativa.
In sintesi, si tratta di un’occasione per riscrivere il futuro dell’autonomia sarda, un futuro fondato sulla partecipazione, sulla trasparenza e sulla condivisione di valori e obiettivi comuni.