La realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova, opera strategica per il futuro infrastrutturale della città e cruciale per il commercio nazionale e internazionale, si trova ad affrontare una fase di incertezza e potenziali ripercussioni.
Il consorzio PerGenova Breakwater, responsabile dell’intera opera, ha recentemente richiesto una riduzione significativa del personale impiegato nelle attività di consolidamento del fondale marino, un passaggio essenziale per la stabilità e la sicurezza della struttura.
La richiesta, formalizzata nei confronti dell’azienda specializzata Menard, prevede una diminuzione di trenta unità operative.
L’intervento, sebbene motivato da valutazioni interne al consorzio, ha suscitato profonda preoccupazione nei sindacati, in particolare nella Fillea Cgil Liguria e Genova, rappresentata dal suo segretario generale, Federico Pezzoli.
La riduzione del personale, in un contesto già caratterizzato da ritardi rispetto ai tempi previsti, rischia di compromettere ulteriormente il cronoprogramma dell’opera e di generare disagi per i lavoratori coinvolti.
Al di là delle immediate conseguenze occupazionali, la decisione solleva interrogativi più ampi sulla gestione complessiva del progetto.
La diga foranea, infatti, non è solamente una barriera artificiale, ma un elemento chiave per l’ampliamento e la modernizzazione del porto, con implicazioni significative per l’economia regionale e per la competitività del sistema portuale italiano.
Il consolidamento del fondale, in particolare, richiede competenze specialistiche e una manodopera qualificata, e qualsiasi riduzione di risorse in questa fase delicata può avere effetti domino sulla qualità dei lavori e sulla durata dell’intervento.
La Fillea Cgil ha espresso la necessità di un intervento immediato da parte del commissario Marco Bucci, figura di riferimento per la gestione dell’opera, affinché venga chiarito il rationale alla base della decisione del consorzio e si verifichino le modalità per garantire la continuità dei lavori senza compromettere l’occupazione e la sicurezza.
Si richiede, in sostanza, una valutazione approfondita delle implicazioni economiche, sociali e tecniche della riduzione del personale, e l’adozione di misure correttive volte a mitigare i rischi e a recuperare il ritardo accumulato.
L’urgenza di un confronto diretto è sottolineata dalla necessità di tutelare i diritti dei lavoratori e di assicurare il successo di un’opera fondamentale per il futuro del porto di Genova.