L’Italia si trova ad affrontare una situazione critica legata al cambiamento climatico, con costi che ammontano a 284 euro per ogni abitante, un aumento del 500% rispetto al 2015 e superiore a qualsiasi altro paese dell’Unione Europea. Secondo uno studio presentato da The European House Ambrosetti durante il primo incontro della ‘Community Valore Acqua Per l’Italia’, lo stress idrico nel nostro Paese è ai massimi livelli, con solamente Belgio, Spagna e Grecia in condizioni peggiori. In particolare, si è verificata una drastica riduzione del 70% nella produzione di miele nel 2023.La situazione non è migliore in Spagna, dove il costo del cambiamento climatico si attesta a 221 euro per abitante, né in Ungheria (214 euro). Germania e Francia si collocano più vicine alla media europea di 116 euro per cittadino. I danni economici maggiori sono causati da alluvioni (44%), tempeste (34%) e ondate di calore (14%), risultando quasi impercettibili in alcuni paesi come Grecia, Danimarca, Lituania e Polonia.Il settore agricolo è tra i più colpiti, con ben dodici regioni italiane che presentano un elevato stress idrico, tra cui spiccano la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Puglia. Oltre alla produzione di miele già menzionata, nel 2023 si sono registrati cali significativi nella produzione di pere (-63%), ciliegie (-60%), olio d’oliva (-27%), vino e pomodori (-12%). Anche la produzione idroelettrica è a rischio: potrebbe raddoppiare le perdite con un aumento termico di 2 gradi e triplicarle se la temperatura dovesse salire di ulteriori 3 gradi nelle regioni meridionali e lungo l’arco alpino.Valerio De Molli, amministratore delegato di The European House Ambrosetti sottolinea che l’Italia sta affrontando una situazione estremamente delicata quest’anno. Il nostro Paese rischia infatti di raggiungere “la più alta anomalia termica della storia” con un aumento previsto di 1,75 gradi sopra la media.
Costi del cambiamento climatico in Italia: 284 euro per abitante, aumento del 500% dal 2015
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