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Marco Campagnari: Rinvio a giudizio per omicidio del padre

Il tribunale di Verona ha formalizzato il rinvio a giudizio di Marco Campagnari, quarantasette anni, con l’accusa di omicidio volontario premeditato, un atto di violenza inaudita perpetrato il 12 luglio dell’anno precedente nei confronti del padre, Franco Campagnari, sessantasette anni.
Il delitto, che ha sconvolto la tranquilla comunità di Lazise (Verona), si è consumato nella dimora familiare, caratterizzato da un’efferata brutalità: il padre è stato colpito da ben 99 fendenti mortali inferti con un coltello da combattimento, strumento che suggerisce una pianificazione e una determinazione particolarmente inquietanti.
L’udienza preliminare, presieduta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GUP) Luciano Gorra, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Silvia Facciotti, segnando un passo cruciale verso il processo vero e proprio.

Le circostanze che hanno portato a questo tragico evento emergono da un intreccio complesso di dinamiche familiari e conflitti economici.
Secondo le indagini e le testimonianze raccolte, la furia omicida del figlio sarebbe stata innescata da una profonda frustrazione legata alla decisione paterna di vendere la casa di famiglia, una scelta che avrebbe costretto Marco Campagnari a lasciare l’abitazione, forse rappresentando per lui un simbolo di radicamento e stabilità.
La vendita, quindi, non appare come un mero atto immobiliare, ma come il detonatore di un conflitto interiore e sociale più ampio, esprimendo una perdita di controllo e una profonda sofferenza emotiva.
Un elemento determinante nella decisione del GUP è stata la perizia psichiatrica, disposta dall’avvocato difensore dell’imputato, che ha escluso una compromissione della capacità di intendere e di volere da parte di Marco Campagnari.
Questa conclusione, seppur complessa da conciliare con la gravità del gesto, implica la piena responsabilità dell’imputato e la sua capacità di affrontare il processo con piena consapevolezza.

Il dibattimento si svolgerà a porte chiuse, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Raffaele Ferraro, a partire dal 19 novembre, un momento cruciale per fare luce sulle motivazioni profonde che hanno spinto Marco Campagnari a compiere un atto così terribile, e per valutare le implicazioni legali e sociali di un evento che ha lacerato una famiglia e una comunità.
L’attenzione sarà focalizzata non solo sulla ricostruzione dei fatti, ma anche sulla complessità delle relazioni familiari, sull’impatto di dinamiche economiche e sulla potenziale esistenza di disturbi psichici latenti, sebbene esclusi dalla perizia, che potrebbero aver contribuito a scatenare la violenza.

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