domenica 14 Settembre 2025
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Hamnet: L’ombra di Shakespeare e il dolore di una famiglia

L’eco entusiastica proveniente da Telluride e Toronto, culminata in una calorosa standing ovation, proietta *Hamnet*, l’ultimo lavoro di Chloé Zhao, direttamente nell’olimpo dei contendenti agli Academy Awards 2026.
Ben più di una semplice trasposizione cinematografica, il film si configura come un’immersione profonda nella vita di una famiglia inglese del XVI secolo, intrecciando la storia personale di un genio letterario con la tragedia di una perdita indicibile.

Il progetto, frutto di una coproduzione prestigiosa con Amblin di Steven Spielberg e distribuito da Universal con uscita prevista per febbraio 2026, trae ispirazione dall’acclamato romanzo di Maggie O’Farrell, *Ne nome del figlio: Hamnet* (Guanda).

La narrazione si discosta dalla tradizionale biografia di William Shakespeare, concentrandosi invece sulla figura centrale di Hamnet, suo figlio maschio, scomparso prematuramente all’età di undici anni.

Un evento tragico che, secondo l’ipotesi romanzata, avrebbe profondamente influenzato la creazione di *Amleto*.
Il film esplora la genesi di questo legame complesso e doloroso, focalizzandosi sull’incontro tra il giovane William (interpretato da Paul Mescal), tutore di latino costretto a Stratford-upon-Avon per saldare i debiti familiari, e Agnes (Jessie Buckley), una donna enigmatica, legata alla natura con un’intensità quasi mistica e dotata di un’abilità straordinaria nella falconeria.

La loro relazione, inizialmente segnata dalla distanza e dalle differenze sociali, sboccia in un amore passionale e inaspettato, sfidando le convenzioni dell’epoca.
La trama si sviluppa attorno alle dinamiche familiari che si creano dopo il matrimonio e la successiva partenza di William per Londra, spinto dall’ambizione e dall’esigenza di sfuggire al controllo paterno (David Wilmot) e materno (Emily Watson).

Mentre la famiglia rimane a Stratford-upon-Avon, William affina il suo talento drammaturgico nella capitale, costruendo la sua fama.
La ricorrenza dei suoi ritorni a casa si interrompe bruscamente con l’arrivo della peste, che miete la giovane vita di Hamnet, scatenando un lutto devastante e catalizzando la creazione artistica del Bardo.
Zhao, in una conversazione post-proiezione a Toronto, ha rivelato come la realizzazione di *Hamnet* rappresenti una svolta nel suo percorso creativo.
Abbandonando le atmosfere malinconiche e l’orizzonte del tramonto che avevano caratterizzato i suoi lavori precedenti, la regista ha scelto di affrontare un’indagine intima e profonda sul dolore, sulla perdita e sulla capacità di trasformare la sofferenza in arte.
“Quando ho compiuto 40 anni ho vissuto una crisi, mi sono resa conto che stavo fuggendo da me stessa in un modo molto simile a come fa Will nel film,” ha affermato Zhao.
“Volevo realizzare una storia che mi permettesse di stare ferma e andare nel profondo.
” La scelta del romanzo di O’Farrell si è rivelata cruciale per trovare la narrazione perfetta per esprimere questo percorso personale e artistico, offrendo uno sguardo inedito e commovente sulla vita di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi e sulla famiglia che lo ha ispirato.

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