Il ritorno in carcere di Roberto Trombetta, figura legata al clan Belforte di Marcianise, rappresenta un episodio significativo che illumina le dinamiche di controllo e coercizione ancora attive nel tessuto economico locale.
L’uomo, fratello del noto boss Luigi Trombetta, è stato arrestato in flagranza mentre esercitava pressioni indebite su un supermercato, costringendo i proprietari ad assumere una dipendente femminile.
L’episodio, scoperto grazie a un’attenta operazione dei Carabinieri del nucleo operativo di Marcianise, che operavano sotto copertura, rivela un metodo estorsivo particolarmente insidioso: non un diretto ordine, ma una manipolazione psicologica volta a far percepire la richiesta come derivante da un’autorità superiore, un potere occulta al diretto coinvolgimento del Trombetta.
La frase rivolta all’imprenditore, “Sei una persona intelligente e dovresti capire che questa richiesta non arriva da me ma da altri”, è eloquente in questo senso, evidenziando l’abilità di creare un clima di omertà e paura.
L’arresto non si limita a un singolo episodio di estorsione, ma si inserisce in un quadro più ampio di attività illecite che hanno caratterizzato l’operato del clan Belforte nel Casertano.
Il metodo utilizzato da Trombetta riflette una strategia volta a permeare l’economia locale, condizionando le scelte imprenditoriali e generando profitti illeciti attraverso la coercizione.
L’assunzione forzata di personale, apparentemente innocua, si configura come un meccanismo per esercitare controllo e consolidare il potere del clan, estendendo la sua influenza oltre le attività criminali tradizionali.
La convalida dell’arresto da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e la successiva ratifica da parte del Gip del Tribunale di Napoli, competenti per la natura del reato, sottolineano la gravità delle accuse e la necessità di un approfondimento giudiziario.
Il caso Trombetta, dunque, non è solo un ritorno in cella, ma un campanello d’allarme sulla persistenza delle infiltrazioni mafiose nell’economia, e sulla necessità di un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile per contrastare tali fenomeni e tutelare la libertà imprenditoriale e il rispetto delle leggi.
L’operazione dei Carabinieri, con la sua capacità di penetrare nell’ambiente e di cogliere in flagranza un episodio apparentemente marginale, testimonia l’importanza di un approccio investigativo mirato e di una vigilanza continua per smantellare le reti di potere mafioso e proteggere la legalità.