25 Aprile 2020: Festa della Liberazione. I messaggi del Sindaco e del Presidente del Consiglio comunale

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Messaggio del Sindaco

In giornate in cui i concetti di “resistenza” e “liberazione” hanno assunto il senso della lotta e della speranza di un’intera comunità, la celebrazione del 25 Aprile ne riporta in primo piano l’accezione storica a noi più nota. Il 25 Aprile rappresenta una delle date fondamentali della nostra storia, il giorno della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. È la data simbolo della Festa nazionale perché proprio in quel giorno nel 1945, avvenne la ritirata da parte delle truppe naziste e di quelle fasciste della repubblica di Salò dalle città di Milano e Torino. La guerra in realtà andò avanti ancora per qualche giorno: la fine venne sancita infatti con la firma della Resa di Caserta il 29 aprile (che divenne effettiva il 2 maggio).

Il 25 Aprile si celebra anche la Resistenza militare e politica delle forze partigiane che hanno dato il loro importante contributo combattendo per la democrazia e la libertà di tutti. Dalla Resistenza e dalla Liberazione, la nostra Italia è ripartita per ricostruirsi in maniera totalmente nuova e gli italiani si sono incamminati verso un futuro comune di pace, solidarietà, comunità. Un futuro che, sia pure costellato di ostacoli di vario genere e di diversa gravità, ci ha fatto diventare una Nazione tra le più importanti al mondo. Proprio oggi, in questa immensa e durissima crisi determinata dalla pandemia di Coronavirus, dobbiamo riprendere quello spirito di liberazione e di ricostruzione, cercando di essere veramente comunità.

Gli eroi di oggi sono i medici, gli infermieri, i volontari e tutti coloro che si trovano in prima linea per salvaguardare la salute di tutti. A loro va il “grazie” di tutti. L’emergenza sanitaria impedisce, in questa fase, i contatti diretti tra le persone e i festeggiamenti per il 25 Aprile non sono consentiti, forse per la prima volta dal Dopoguerra. Sono però molte le maratone e le iniziative on-line che consentiranno la partecipazione in una piazza virtuale. La sera del 25 aprile, nell’impossibilità di realizzare la tradizionale fiaccolata, l’Amministrazione invita gli eporediesi ad esporre il tricolore e ad accendere una luce, una candela o un qualsiasi lume sui propri balconi o finestre.

IL SINDACO Stefano SERTOLI


Messaggio del Presidente del Consiglio comunale

Le ricorrenze sono importanti. Servono a rinnovare nel tempo non tanto la memoria, quanto la presenza. C’è una differenza sottile ma sostanziale tra rammentare e ricordare, che si radica nella stessa natura etimologica dei termini. Rammentare significa portare alla mente. Ricordare è riportare al cuore. Si possono rammentare le date, ma i valori, quelli no, quelli vanno ricordati e portati dentro ad ognuno di noi, perché sono come battiti di un cuore comune che permette alle istituzioni, alle comunità, alla società civile di vivere e preservare quelle condizioni di democrazia e libertà che sono necessarie alla sopravvivenza stessa delle persone.

In periodi di emergenza, come quello che stiamo vivendo, ci ritroviamo immobilizzati, costretti a limitare spostamenti e azioni. Ma il nostro cuore non smette di battere, l’organismo intero funziona, irrorato al centro e nelle sue periferie da quell’energia che ha permesso alla nostra nazione, alle donne e agli uomini che la compongono, di rialzarsi sempre, rinnovati e determinati a ricostruire ancora.

Tra i valori che vanno conservati nel cuore e tenuti vivi ogni giorno, c’è quello della resistenza. La Resistenza al fascismo è stata il seme da cui sono sorte le conquiste sociali e civili dell’Italia, il grande movimento di solidarietà, di mutualità, di auto organizzazione, di emancipazione, variamente ispirato dalle culture cattolica, socialista, laica e repubblicana; un movimento che portò il popolo ad un protagonismo nuovo e ad una nuova presa di coscienza e che generò via via le grandi forze politiche popolari. Molte furono le forme di resistenza al regime fascista: chi andò sui monti, chi fu internato nei campi di lavoro per militari, chi resistette nelle fabbriche; uomini e donne; giovani, adulti, anziani.

Anche oggi siamo chiamati a resistere: alle infiltrazioni mafiose, alla corruzione, ai diritti negati e anche alle mere logiche economiche e di mercato. In questi mesi ci viene richiesto di resistere anche e un’emergenza sanitaria che ci vuole distanti, divisi e chiusi nel nostro privato. Ma se attraverso l’attività del “ri-cordare” saremo capaci di portate ancora una volta al centro del nostro cuore la forza e la determinazione di chi 75 anni fa ha sacrificato ben più di qualche mese e qualche comodità per difendere la nostra libertà e democrazia di oggi, allora forse ci apparirà più lieve anche questa resistenza.

Oggi come allora un grande sacrificio umano ci è stato richiesto. La nostra resistenza è una forma di rispetto. Ci ritroveremo ancora nelle piazze, cresciuti e consapevoli dell’importanza di celebrare ricorrenze che permettono di unire le persone in ogni condizione.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE Diego BORLA

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