24 luglio 2024 – 14:46
In Italia, la ricchezza delle risorse naturali va ben oltre il feldspato e la fuorite, le uniche due materie prime “critiche” estratte attualmente nel Paese secondo la classificazione dell’Unione Europea. Numerosi giacimenti di altre sostanze fondamentali per le transizioni verso un’economia verde e digitale sono presenti sul territorio italiano e potrebbero contribuire a ridurre la dipendenza estera. Parliamo di litio, rame, manganese, tungsteno, cobalto, magnesite, titanio, bauxiti, stronzio, barite e grafite. Inoltre, il recupero da scarti delle vecchie miniere potrebbe fornire ulteriori risorse: si stima che 150 milioni di metri cubi di materiali attualmente considerati rifiuti inquinanti potrebbero essere valorizzati.Il quadro delle “terre rare” italiane è stato delineato nel database Gemma dell’Ispra durante una presentazione a Roma. Questo database rappresenta il punto di partenza per lo sviluppo del programma minerario nazionale richiesto dall’Unione Europea quest’anno con il Critical Raw Materials Act.Attualmente in Italia sono ancora attive 76 miniere, di cui 22 estraggono materiali inclusi nella lista delle 34 Materie Prime Critiche dell’UE. Tra queste miniere, in 20 si estrae feldspato, essenziale per l’industria ceramica; mentre in 2 si estrae la fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius), ampiamente impiegata nei settori siderurgico, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione.Secondo i dati dell’Ispra relativi ai permessi di ricerca in corso e alle attività minerarie passate e recenti documentano la presenza potenziale sul territorio italiano di varie materie prime critiche e strategiche. La valorizzazione di queste risorse potrebbe rappresentare una grande opportunità per l’Italia nella prospettiva della transizione verso un’economia più sostenibile e indipendente.