25 luglio 2024 – 21:45
La scelta di ospitare le gare di pattinaggio veloce per le Olimpiadi invernali del 2030 presso l’Oval costituisce una rivincita per Torino dopo il rifiuto del Comitato MilanoCortina di utilizzare gli impianti torinesi per l’edizione del 2026. Questo evento mette in evidenza la gelosia provinciale tra le due capitali regionali del Nord Ovest italiano, che impedisce la creazione di una zona produttiva, culturale e turistica di grande interesse internazionale. Questa mentalità antiquata entra in conflitto con un mondo sempre più globalizzato, dove i campanilismi non solo sono fuori dal tempo, ma suonano addirittura ridicoli.La decisione francese dimostra che i confini nazionali non dovrebbero limitare la visione degli investimenti che possono portare vantaggi a tutti. La mancata opportunità della manifestazione del 2026 di diventare una vera Olimpiade delle Alpi rappresentava un’occasione straordinaria e perderla per motivazioni sciocche è un peccato imperdonabile. È necessario guardare oltre i confini nazionali e regionali per costruire collaborazioni che possano portare benefici a livello globale.Le rivalità tra città e regioni dovrebbero essere superate a favore di una cooperazione che possa valorizzare le risorse e le peculiarità di ciascuna area. L’importanza di pensare in modo olistico e strategico è fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione delle diverse identità territoriali. Solo attraverso una prospettiva aperta e inclusiva si potrà costruire un futuro migliore per tutti, superando gli egoismi localistici che impediscono il progresso collettivo.In conclusione, la decisione francese riguardante le Olimpiadi invernali del 2030 rappresenta non solo una rivincita per Torino, ma anche una lezione su come sia necessario guardare al di là dei confini geografici e nazionali per costruire un mondo più unito e solidale.