martedì 16 Settembre 2025
17.4 C
Aosta

Bonatti e il Freney: un film sull’abisso dell’animo.

Il dramma di una spedizione alpinistica, il tormento di un uomo, la maestosità inesorabile di una montagna: “Bianco” di Daniele Vicari promette di essere un’immersione profonda nell’esperienza di Walter Bonatti e nella tragedia del Pilone Centrale del Freney del 1961.
Alessandro Borghi incarna il leggendario alpinista, figura complessa e controversa, in un film che ambisce a ricostruire non solo gli eventi, ma anche il profondo turbamento interiore che segnò Bonatti.

La vicenda si concentra sulla disastrosa spedizione del 1961, un tentativo audace e pionieristico di scalare la parete nord-est del Freney, una delle sfide più estreme e verticali del Monte Bianco.
La prima assoluta di quella via, ambita da un piccolo gruppo di alpinisti, si trasformò in un incubo a causa di una valanga che travolse e uccise quattro persone.

Bonatti, inizialmente accusato di responsabilità per l’accaduto, fu poi oggetto di una rivalutazione che ne esaltò il valore e la capacità tecnica, ma non cancellò il peso emotivo di quel tragico evento.
Il film, una coproduzione internazionale che unisce l’Italia con la Francia e il Belgio, si prefigge di esplorare la complessità del rapporto tra l’uomo e la montagna, tra l’ambizione e la responsabilità, tra la ricerca di una vetta e il prezzo da pagare.

Le riprese, iniziate a Courmayeur e prosegue in alta quota sul Monte Bianco, mirano a ricreare fedelmente il percorso compiuto dagli alpinisti, dal versante del Flambeaux alla Fourche, fino al Peuterey e ai piedi del Pilone Centrale, una parete rocciosa a strapiombo che si erge per ottocento metri, simbolo di una sfida apparentemente insormontabile.
“Bianco” è il frutto di una complessa rete di collaborazioni artistiche e produttive, che coinvolge Mattia Guerra, Laurent Fumeron, Joseph Rouschop ed Eva Curia.
Il progetto è sostenuto da istituzioni culturali e finanziarie di rilievo, come il Mic-Dgca Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, l’Idm Film e Music Commission Südtirol e la Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste.

Il patrocinio del Club Alpino Italiano, dei Comuni di Courmayeur e Chamonix, e la partnership di Skyway Monte Bianco testimoniano l’importanza culturale e l’impatto emotivo del film.

Il racconto, ispirato al libro “Frêney 1961 – La tempesta sul Monte Bianco” di Marco Albino Ferrari, si propone di andare oltre la mera cronaca di un disastro alpinistico, offrendo una profonda riflessione sulla condizione umana, la fragilità dell’esistenza e la potenza indomabile della natura.

Si tratta di un’opera che, attraverso la lente della tragedia, indaga le zone d’ombra dell’animo umano e la vertigine della sfida, laddove la bellezza e il pericolo si fondono in un unico, ineludibile, orizzonte.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -