27 luglio 2024 – 09:45
La notte era caduta su San Salvario, avvolgendo il quartiere in un’atmosfera carica di tensione. Le strade risuonavano di grida e urla, mentre gruppi di militanti fascisti inneggiavano a Mussolini con violenza. In mezzo a tutto questo caos, un ragazzo era stato aggredito, scatenando il panico tra i presenti.Le chiamate al 112 si susseguivano senza sosta, ma le forze dell’ordine sembravano tardare ad arrivare. L’operatore cercava di tranquillizzare chiunque fosse al telefono, ma la paura era palpabile nell’aria. Finalmente una volante venne inviata sul posto, ma per motivi di ordine pubblico non si fermò in via Cellini, continuando il suo cammino verso un’altra destinazione.La testimonianza di una ragazza ricordava di aver visto la volante bianca e blu transitare anche per quella strada buia. Ma non si fermò, dando l’impressione di essere diretta altrove per un’altra emergenza. Nel frattempo, i militanti rimasti per strada reagirono con insulti alla vista della pattuglia che passava veloce.L’alba portò finalmente un po’ di calma dopo una notte infernale. Il ragazzo che aveva chiamato più volte il 112 trovò conforto nelle parole rivolte alla sua ragazza: “Alle quattro hanno chiuso il pub e se ne sono andati a casa. È stato un inferno”. Quel breve messaggio raccontava quanto fosse stata lunga e spaventosa quella manifestazione nera che aveva sconvolto San Salvario.La tensione si era finalmente dissolta con l’arrivo del nuovo giorno, ma i segni della violenza rimanevano impressi nella memoria di tutti coloro che avevano vissuto quella notte drammatica. La città doveva fare i conti con le ombre del passato che tornavano a farsi sentire con prepotenza, mettendo a dura prova la convivenza civile e la sicurezza dei cittadini.