Il comune di Carmignano di Brenta, nel cuore del bacino idrico del Brenta (Padova), si appresta a beneficiare di un’iniziativa di portata strategica per la resilienza del territorio: un progetto di ricarica artificiale della falda acquifera promosso da Sanpellegrino, leader nel settore delle acque minerali e delle bevande.
L’intervento, sostenuto dal Consiglio di bacino del Brenta, dal Consorzio di Bonifica del Brenta e dalla società di consulenza ambientale Etifor, si configura come un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privata orientata alla salvaguardia di una risorsa cruciale.
L’azione si inserisce in un piano strategico più ampio di Sanpellegrino, volto a promuovere una gestione responsabile e sostenibile dell’acqua, sempre più compromessa dalle sfide poste dal cambiamento climatico.
Negli ultimi anni, il bacino del Brenta, storicamente alimentato da precipitazioni nevose e piogge primaverili, ha visto un preoccupante calo del livello freatico.
Questo fenomeno, accentuato da un aumento dei prelievi idrici e dalla progressiva impermeabilizzazione del suolo, ha creato difficoltà crescenti nel soddisfare il fabbisogno idrico agricolo, soprattutto durante i caldi mesi estivi.
Per contrastare questa tendenza, Sanpellegrino ha investito un ingente capitale – oltre un milione di euro – nella realizzazione di due infrastrutture innovative: un’area umida e un bacino di infiltrazione.
L’area umida, alimentata da una roggia gestita dal Consorzio di bonifica, fungerà da sistema di fitodepurazione, sfruttando le proprietà assorbenti della vegetazione per rimuovere i sedimenti più pesanti e migliorare la qualità dell’acqua prima dell’infiltrazione.
Questa fase di pre-filtrazione naturale riduce il carico di impurità nella falda, preservandone la purezza e la capacità di sostenere la biodiversità.
Il secondo bacino, caratterizzato da un fondo ghiaioso, massimizza l’infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo, rimpinguando le riserve idriche.
Il sistema, concepito per operare in sinergia con i cicli naturali, prevede un accumulo di acqua in eccesso durante i periodi di abbondanza (da ottobre a maggio).
Questa risorsa verrà poi rilasciata gradualmente nella falda, rendendola disponibile nei mesi di maggiore necessità.
Si stima che l’iniziativa possa garantire la ricarica di circa 758.000 metri cubi d’acqua all’anno, agendo come una “cassaforte idrica” naturale a disposizione del territorio.
Il Consorzio di Bonifica del Brenta sarà responsabile della costruzione e della manutenzione delle opere idrauliche, mentre Etifor, spin-off dell’Università di Padova, curerà la riqualificazione ambientale dell’area, impiantando 7.900 piante erbacee e forestali e promuovendo la ricostituzione di prati stabili per l’agricoltura rigenerativa, un approccio che mira a migliorare la salute del suolo e la sua capacità di trattenere l’acqua.
Sanpellegrino ed Etifor si impegnano inoltre a garantire la manutenzione dell’area nel tempo, preservandone il valore ecologico e paesaggistico e assicurando che i benefici per la comunità perdurino nel futuro.
L’iniziativa si pone, dunque, come un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di coniugare le esigenze produttive con la tutela dell’ambiente e il benessere delle comunità locali.