L’operazione della Squadra Mobile di Napoli, culminata con l’arresto di nove individui, ha svelato una rete criminale specializzata in furti di orologi di lusso, estendendo le proprie attività su un territorio nazionale vasto e articolato.
L’indagine, condotta sotto la direzione del primo dirigente Giovanni Leuci, ha permesso il recupero di un bottino impressionante, composto da circa venti orologi di inestimabile valore, molti dei quali preda di eventi traumatici per le vittime.
Tra i beni recuperati spicca un Patek Philippe, oggetto di una rapina a mano armata perpetrata a Milano ai danni di Alessandro Del Bono, figura di rilievo nel settore farmaceutico e coniuge della nota modella e conduttrice Afef Jnifen.
Il recupero dell’orologio rappresenta un significativo sollievo per la vittima, testimoniando l’efficacia dell’azione investigativa.
La portata dell’operazione si rivela ancora più ampia quando si considera che l’elenco delle vittime non si limita a un singolo episodio.
Altrettanto significativo è il ritrovamento di un Richard Mille, sottratto con l’utilizzo di una sofisticata truffa a Objang Justo, figlio del Presidente della Guinea Equatoriale.
Questo dettaglio sottolinea la capacità del gruppo criminale di operare a livello internazionale, sfruttando vulnerabilità e dinamiche complesse.
Aggiungendosi a questo, un Audemars Piguet è stato recuperato, provento di una rapina subita dal pilota di rally Alessandro Fogliani, un ulteriore tassello che evidenzia la diversità delle vittime e la metodologia operativa del gruppo.
La decisione del giudice per le indagini preliminari (GIP) Maria Rosario Aufieri, che ha emesso le misure cautelari, ha fornito alla polizia l’opportunità di procedere con il sequestro degli orologi e l’avvio di un’operazione complessa: l’identificazione e la restituzione dei beni recuperati ai legittimi proprietari.
Questa fase, cruciale per la completa risoluzione del caso e per la riparazione del danno subito dalle vittime, richiede un’analisi meticolosa e un lavoro di coordinamento tra diverse forze dell’ordine, data la dispersione geografica delle vittime e la difficoltà di ricostruire la catena di eventi che hanno portato alla sottrazione degli orologi.
L’operazione napoletana non solo ha restituito preziosi beni a coloro che ne sono stati privati, ma ha anche messo in luce la crescente sofisticazione delle attività criminali nel mercato del lusso, richiedendo un continuo aggiornamento delle strategie di prevenzione e di contrasto da parte delle forze dell’ordine.