mercoledì 17 Settembre 2025
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Segrate omaggia Remigio Marangoni: un secolo di coraggio e memoria.

Oggi, a Segrate, un omaggio solenne a Remigio Marangoni, figura emblematica della storia d’Italia, che celebra il suo centenario, un traguardo rarissimo e denso di significato.

Il Generale Rodolfo Santovito, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Milano, affiancato dal Colonnello Agostino Scala, Comandante del Gruppo Carabinieri di Milano, dal Maggiore Paolo Zupi, Comandante della Compagnia di San Donato Milanese, e da una delegazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri, hanno espresso la loro profonda ammirazione e rispetto per questo uomo, vero custode della memoria.
In segno di riconoscimento, il Generale Santovito ha consegnato una missiva di auguri, firmata dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, un gesto che testimonia il legame indissolubile tra l’Istituzione e i suoi valorosi servitori.
La vita di Remigio Marangoni è un percorso segnato da eventi drammatici, un esempio tangibile delle sofferenze inflitte dal conflitto mondiale.
Il 2 giugno 1944, durante l’oppressione nazifascista, il Vice Brigadiere Marangoni, insieme ai suoi commilitoni, fu strappato alla libertà, precipitando in un vortice di prigionia.

Le sue vicende, condivise con altri carabinieri, lo videro inizialmente detenuto a Milano e successivamente caricato su vagoni merci, un tragitto che lo condusse a Eger, una località ai confini della Polonia, in una posizione inquietante, a brevissima distanza dagli orrori inimmaginabili dei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
La sua prigionia fu un’odissea attraverso un territorio dilaniato dalla guerra, toccando la Romania, l’Ungheria e la Slovacchia.
In questo contesto di disperazione e pericolo, il Vice Brigadiere Marangoni dimostrò una forza d’animo e una determinazione fuori dal comune.

La sua fuga, un atto di coraggio e resilienza, lo portò a Spittal, vicino al confine italiano di Tarvisio, da dove poté finalmente rientrare in patria.
Tornato in Italia, il Vice Brigadiere Marangoni fu subito impiegato nel ripristino dell’ordine pubblico, un compito cruciale in un paese devastato dalla guerra.
La sua storia non è solo un racconto personale di sofferenza e sopravvivenza, ma una testimonianza preziosa di un’epoca buia, un monito contro l’odio e l’oppressione, e un tributo al valore e alla dedizione di coloro che hanno difeso la libertà e la democrazia.
Remigio Marangoni incarna un patrimonio inestimabile, un ponte tra le generazioni, un simbolo di coraggio, resilienza e attaccamento ai valori fondamentali della Repubblica.
La sua esistenza, lunga e ricca di prove, rafforza il legame tra l’Arma dei Carabinieri e il suo retaggio di servizio e sacrificio, ispirando le nuove reclute a perpetuare l’eredità di chi, con onore e abnegazione, ha contribuito a forgiare l’identità nazionale.

La celebrazione del suo centenario rappresenta, dunque, un’occasione per riflettere sulla storia, per onorare i caduti e per rinnovare l’impegno a preservare i principi di giustizia, libertà e pace.

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