mercoledì 17 Settembre 2025
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Piemonte

Cuneo, boom di imprese straniere: +53% gli addetti in 10 anni

La provincia di Cuneo si configura come un laboratorio di imprenditorialità multiculturale, con un incremento significativo, negli ultimi dieci anni, delle imprese gestite da stranieri.

Dalle 3.984 del 2014, si è passati a un totale di 5.301 nel 2024, rappresentando l’8,2% del tessuto economico locale, un dato che testimonia una crescente integrazione e un contributo sempre più rilevante all’economia della Granda.
Dietro questa cifra, emerge un quadro complesso e stimolante, ben delineato dal recente report della Camera di Commercio, che analizza l’evoluzione del fenomeno tra il 2015 e il 2024.

Un elemento particolarmente interessante è la dinamica dell’imprenditoria femminile: le donne straniere a capo di queste aziende rappresentano il 23,5%, una percentuale superiore a quella delle imprenditrici italiane, evidenziando una maggiore propensione all’autoimpiego e alla leadership in questo segmento.
L’impulso è ancora più marcato tra le giovani imprenditrici, con una quota del 20,2% che raddoppia rispetto alle coetanee italiane, un dato che sottolinea l’importanza di politiche di supporto e mentorship specifiche per questo gruppo.

È cruciale precisare che questa analisi si concentra sulla prima generazione, escludendo le seconde generazioni, per isolare l’impatto diretto dell’immigrazione sull’avvio di nuove attività.
Il numero di addetti impiegati in queste imprese ha subito una crescita ancora più sostenuta, incrementando del 53,1% nel decennio, riflettendo un’espansione della produzione e un aumento della domanda di lavoro.

Se nel 2014 le imprese straniere impiegavano in media solo 1,8 persone, oggi questo dato è salito a 2,1, indicando una maggiore dimensione media delle aziende e, potenzialmente, un aumento della complessità delle operazioni.
L’evoluzione strutturale delle imprese straniere segue, in linea generale, le tendenze del panorama economico locale, con una crescita esponenziale delle società di capitale (+258%) rispetto a un incremento più contenuto delle imprese individuali (+23,8%).
Questa preferenza per le forme societarie può riflettere una maggiore propensione al rischio e alla ricerca di capitali, o una necessità di gestire attività più complesse e articolate.
Il settore artigianale si conferma il principale campo di azione per gli imprenditori stranieri, assorbendo oltre la metà delle attività (+50,9%), a testimonianza di competenze e tradizioni spesso radicate in culture diverse e portatrici di valore aggiunto.

La provenienza geografica degli imprenditori è un altro aspetto significativo: il 75,2% proviene da paesi extra UE, sottolineando l’importanza di flussi migratori non europei nel tessuto economico della Granda.

Nonostante l’assenza del Brasile e l’ingresso dell’Egitto tra i principali paesi di origine, la composizione generale resta sostanzialmente invariata rispetto al 2015, indicando una stabilità nei flussi migratori e nelle specializzazioni settoriali.
Comprendere le sfide e le opportunità specifiche che queste imprese affrontano, promuovendo l’accesso a risorse e servizi mirati, si rivela fondamentale per sostenere una crescita inclusiva e duratura nel tempo.

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