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Arte e Dignità: una scultura illumina le docce pubbliche di Milano

A Milano, l’ingresso delle docce pubbliche di via Pucci si arricchisce di un’opera d’arte che trascende la mera decorazione, configurandosi come simbolo di un percorso di dignità e reintegrazione.

La scultura, intitolata “Il Quarto d’Ora”, è opera della giovane artista Giulia Scognamillo, e nasce nell’ambito del progetto “Match Your Art”, un’iniziativa coraggiosa che vede la collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Brera, Confcooperative Lombardia e tre cooperative sociali locali.

Il titolo dell’opera non è casuale.
Richiama il tempo limitato, ma cruciale, concesso a ciascun utente per lavarsi: un lasso di tempo apparentemente insignificante, ma che incarna un atto fondamentale per la cura personale e il recupero della propria umanità.
In un contesto di marginalità sociale e abitativa, il gesto quotidiano del lavarsi si trasforma in un momento di profonda importanza, un’occasione per riappropriarsi del proprio corpo e della propria identità.

L’assessore comunale al Welfare e Salute, Lamberto Bertolé, sottolinea come l’installazione della scultura rappresenti un passo concreto verso un modello di inclusione che non si limita all’assistenza materiale, ma valorizza la bellezza e la dignità di ogni individuo.
Integrare l’arte in un luogo dedicato all’assistenza sociale significa riconoscere la centralità della dimensione estetica come strumento di riscatto e di consapevolezza collettiva.

Si tratta di un approccio che riconosce l’importanza della bellezza anche – e soprattutto – per coloro che vivono ai margini della società.

Le docce pubbliche di via Pucci costituiscono un presidio sociale indispensabile, un punto di riferimento per centinaia di persone in condizione di precarietà abitativa.
I dati parlano chiaro: circa 300 accessi giornalieri alle docce, a cui si aggiungono i 25 utenti che usufruiscono del servizio lavanderia e il centinaio di persone che partecipano ai momenti di colazione, offerti due volte alla settimana.

Questi numeri testimoniano la vitalità del servizio e la sua capacità di rispondere a un bisogno primario.

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di politiche sociali volte a promuovere l’inclusione abitativa e lavorativa per le persone senza dimora, offrendo non solo servizi igienici, ma anche opportunità di formazione e accompagnamento al reinserimento sociale.

La scultura di Giulia Scognamillo, pertanto, non è solo un’opera d’arte, ma un simbolo di speranza, un invito a riflettere sul valore della dignità umana e sulla necessità di costruire una società più giusta e accogliente, dove nessuno sia lasciato indietro.

L’arte, in questo senso, diventa un catalizzatore di cambiamento, capace di sensibilizzare l’opinione pubblica e di stimolare azioni concrete a favore delle persone più vulnerabili.

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