giovedì 18 Settembre 2025
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Bambino indiano: microchirurgia 3D restituisce speranza e dignità.

Un’operazione di microchirurgia plastica all’avanguardia ha restituito dignità e speranza a un bambino di dieci anni, gravemente segnato da un evento traumatico: il morso di un animale.
L’intervento, eseguito presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha permesso di ricostruire completamente naso e labbro superiore, lesionati in modo esteso.

Il bambino, proveniente dall’India, si è presentato in Italia con lesioni che avrebbero compromesso profondamente la sua qualità di vita.
L’équipe chirurgica, guidata dal Prof.

Mario Zama, responsabile dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale, ha affrontato una sfida complessa, richiedendo una pianificazione meticolosa e l’integrazione di competenze multidisciplinari.

La componente cruciale del successo è stata l’utilizzo di tecnologie innovative, in particolare la modellazione e la stampa 3D.

“Non si è trattato semplicemente di ripristinare l’aspetto fisico,” ha spiegato il Prof.
Zama.

“Abbiamo agito per restituire al bambino la possibilità di affrontare il futuro con serenità e dignità, affrontando le implicazioni psicologiche e sociali derivanti da una lesione così significativa.
”La pianificazione pre-operatoria ha visto la stretta collaborazione con l’Unità operativa complessa di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale, diretta dal Dott. Aurelio Secinaro.
L’analisi di immagini diagnostiche, integrate con modelli tridimensionali dettagliati, ha permesso ai chirurghi di visualizzare l’anatomia del bambino con precisione senza precedenti, identificando le aree da ricostruire e pianificando l’approccio chirurgico ideale.
“I modelli 3D hanno rappresentato uno strumento indispensabile per la visualizzazione e la simulazione dell’intervento,” ha affermato il Dott. Secinaro, “consentendoci di ottimizzare la precisione e la sicurezza del procedimento.
”La ricostruzione del labbro superiore ha seguito principi simili a quelli utilizzati nella correzione della labiopalatoschisi, una malformazione congenita.
La ricostruzione nasale, invece, è stata un’impresa ancora più complessa, che ha richiesto la ricostruzione simultanea di mucosa interna, rivestimento esterno e struttura scheletrica.
Per questo, è stato impiegato un lembo prelevato dal polso, collegato microchirurgicamente ai vasi sanguigni del viso, per garantire una vascolarizzazione adeguata.
Un lembo di fronte, accuratamente sagomato in base al modello 3D, ha poi contribuito alla ricostruzione della superficie esterna.
A distanza di tre settimane, una fase di completamento ha visto l’innesto di cartilagine costale per dare forma definitiva alla struttura nasale.

“In pratica, abbiamo dovuto ricostruire il naso ex novo,” ha concluso il Prof.
Zama, sottolineando la rarità e l’importanza di un simile risultato.
Il successo dell’operazione è testimonianza dell’integrazione sinergica tra diverse specialità mediche: chirurghi plastici, ingegneri biomedici, radiologi, anestesisti, rianimatori e altri specialisti hanno lavorato in perfetta armonia, applicando le tecniche chirurgiche più avanzate e sfruttando al massimo le potenzialità offerte dalla tecnologia 3D.
Questo intervento non solo rappresenta un traguardo medico significativo, ma anche un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa migliorare radicalmente la vita dei pazienti pediatrici affetti da condizioni traumatiche complesse, offrendo loro una nuova opportunità di crescita e di sviluppo.

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