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Monaci cistercensi lasciano la Certosa di Pavia: una svolta storica.

Dopo quasi sei decenni di presenza stabile, i monaci cistercensi della Congregazione Casamariensis, custodi silenziosi di un’eredità artistica e spirituale millenaria, lasceranno la Certosa di Pavia a partire dal 1° gennaio 2026.
Questa transizione, sancita da una decisione interna alla Congregazione e resa pubblica dai media, segna la fine di un capitolo cruciale nella storia del complesso monumentale, un gioiello del tardo Medioevo e del Rinascimento lombardo.

La gestione del santuario passerà al Ministero della Cultura, attraverso la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, in un’operazione volta a garantire la conservazione e la valorizzazione del sito, aprendo una nuova fase nella sua esistenza.
L’abbandono dei monaci, pur essendo una scelta inappellabile per la Congregazione, lascia un vuoto tangibile.

Come sottolinea Rosario Maria Anzalone, direttore dei musei statali lombardi, i tentativi di persuaderli a rimanere sono stati vani, riconoscendo l’autonomia decisionale della comunità religiosa.

La transizione non si configura come un semplice cambio di gestione, ma come un intervento strategico volto a rispondere alle crescenti esigenze di tutela e fruizione del complesso.

L’introduzione di un biglietto d’ingresso, insieme all’ampliamento degli orari di apertura, mira a finanziare le attività di manutenzione, di accoglienza dei visitatori e a coprire i costi derivanti dalla presenza di personale ministeriale dedicato alla vigilanza e alla sicurezza.
Un sistema sostenibile, in grado di preservare l’integrità del patrimonio.
Monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, si adopera attivamente per assicurare la continuità delle celebrazioni religiose, individuando una nuova comunità che possa garantire la funzione di luogo di culto.

I pochi monaci rimasti, prevalentemente anziani, saranno trasferiti all’abbazia di Casamari, nel Lazio, sede storica della Congregazione Casamariensis, a testimonianza di un legame radicato nel tempo e nella tradizione.

La Certosa di Pavia, monument nazionale dal 1866, rappresenta un’icona del patrimonio lombardo, un crogiolo di stili e di influenze artistiche che testimoniano secoli di storia.
La sua architettura, imponente e ricca di dettagli, accoglie opere di inestimabile valore, frutto del lavoro di artisti di spicco come Giovanni Antonio Amadeo e Bernardino Lanzani.
Ogni anno, oltre 100.000 visitatori ne ammirano la bellezza e la grandiosità, attratti dalla sua storia e dalla sua atmosfera suggestiva.

La nuova gestione ministeriale non solo si impegna a preservare questo inestimabile patrimonio, ma anche a renderlo più accessibile e fruibile, aprendo le porte a un nuovo pubblico e a nuove opportunità di scoperta.

Questa operazione rappresenta un atto di responsabilità nei confronti delle generazioni future, garantendo la sopravvivenza di un luogo simbolo dell’identità lombarda e italiana.

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