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Net Valley 1: Inchiesta Shock sul Fiume Magra, Reati Ambientali Gravi

L’inchiesta “Net Valley 1” ha portato alla luce un quadro preoccupante di attività illegali che minacciano la salute dell’ecosistema del fiume Magra e del suo bacino idrografico, un’area di cruciale importanza ambientale ricadente all’interno del Parco naturale regionale di Montemarcello Magra Vara e designata Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ai sensi della direttiva Habitat (Natura 2000).

Le indagini, protrattesi per circa dieci mesi e condotte dalla Capitaneria di Porto della Spezia con il supporto di sofisticati sistemi di telerilevamento aereo ed a terra, hanno evidenziato un diffuso e sistematico scarico di sostanze inquinanti, tra cui vernici, lubrificanti, oli esausti e combustibili, direttamente nel corso d’acqua, compromettendo la qualità delle acque e la biodiversità fluviale.
Le accuse, formulate a carico di tredici persone, prevalentemente titolari di rimessaggi nautici e cantieri navali, spaziano da reati ambientali gravi, come lo scarico abusivo di rifiuti pericolosi e l’occupazione illegale di aree demaniali, alla combustione illecita di rifiuti e alla mancata osservanza delle normative in materia ambientale.
L’entità delle sanzioni pecuniarie, che variano da un minimo di 59.000 a un massimo di 249.000 euro, riflette la gravità delle violazioni contestate e l’impatto negativo sull’ambiente.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica della Spezia e supportate dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAL), hanno rivelato la presenza di depositi incontrollati di rifiuti e l’immissione di sostanze liquide nocive nel sottosuolo, confermate da analisi geochimiche.

Un elemento particolarmente allarmante è l’accertata assenza, presso la maggior parte delle imprese coinvolte, di qualsiasi titolo autorizzativo in materia ambientale, a testimonianza di una diffusa cultura dell’illegalità e della totale mancanza di rispetto per le normative.

L’operazione ha portato al sequestro di un’area demaniale fluviale di 20.418 metri quadrati, restituendo alla Regione Liguria circa 13.000 metri quadrati di territorio occupato abusivamente per oltre vent’anni.

Queste aree, utilizzate per attività illecite e teatro di gravi reati ambientali, erano state trasformate in vere e proprie discariche abusive.

La localizzazione dei siti sequestrati all’interno di un’area Natura 2000 sottolinea la particolare vulnerabilità di questi ecosistemi e la necessità di una rigorosa applicazione delle normative ambientali.
Il contrammiraglio Alberto Battaglini, comandante della Capitaneria di Porto della Spezia, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa come segnale chiaro dell’impegno delle autorità nel contrasto alle attività illegali e nella tutela dell’ambiente.

Pur evidenziando l’incoraggiante risposta di alcune realtà che si sono prontamente ad adeguarsi alle normative, il comandante ha espresso sconcerto per la concentrazione di attività abusive in un’area di pregio naturalistico come il Parco naturale.
L’inchiesta “Net Valley 1” rappresenta quindi un campanello d’allarme e un monito a rafforzare i controlli, promuovere la legalità e sensibilizzare operatori e cittadini sull’importanza della tutela ambientale.
L’operazione apre ora la strada a una profonda revisione delle procedure di gestione dei rifiuti e di monitoraggio del territorio, con l’obiettivo di prevenire il ripetersi di tali gravi violazioni.

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