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Alcol Fatto in Carcere: Allarme nelle Carceri del Nord-Ovest

Allarme crescente nelle strutture detentive del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: l’Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, segnala una preoccupante escalation nella produzione illegale di alcolici all’interno dei penitenziari.
Non si tratta di sporadici episodi, ma di una vera e propria tendenza che mina la sicurezza e la salute dei detenuti e mette a serio rischio l’incolumità del personale penitenziario.

La dinamica è complessa e riflette una profonda crisi sistemica all’interno del sistema carcerario.
I detenuti, sfruttando la disponibilità di materiali di scarto – frutta avariata, pane raffermo, residui di alimenti – e l’accesso a risorse improbabili come pile alcaline (mini stilo), sono in grado di improvvisare alambicchi rudimentali.

Il processo di fermentazione, spesso accelerato in condizioni insalubri all’interno delle celle, produce un distillato tossico, con un grado alcolico variabile e imprevedibile, le cui conseguenze sulla salute sono potenzialmente devastanti.

Le implicazioni vanno ben oltre il rischio di intossicazioni acute.
L’assunzione di queste sostanze alterate esacerba l’aggressività, innesca o intensifica conflitti interpersonali e incrementa la violenza, rendendo estremamente difficile la gestione ordinaria dei padiglioni.

La carenza di personale, già cronica, aggrava ulteriormente la situazione, lasciando gli agenti spesso in condizioni di profonda vulnerabilità, costretti a operare in strutture con un rapporto detenuti/polizia penitenziaria spesso sbilanciato.

Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, denuncia una gestione amministrativa inefficiente e politicamente condizionata, con frequenti trasferimenti di detenuti, che non risolvono le cause profonde del problema, ma anzi contribuiscono a disperdere i focolai di illegalità.
La critica si estende alla formazione del personale, lamentando la mancanza di competenze specifiche in materia di antidroga e antisofisticazione, elementi essenziali per contrastare efficacemente questo fenomeno emergente.

L’organizzazione sindacale pone l’accento sulla necessità di un cambio di paradigma: non più una gestione a tentoni, basata su trasferimenti e rimedi superficiali, ma una strategia organica e preventiva.
Richieste concrete includono un severo controllo sull’erogazione di materiali potenzialmente utilizzabili per la produzione di alcolici (come le pile), l’implementazione di corsi di formazione specializzati per il personale penitenziario e lo sviluppo di protocolli chiari e condivisi per l’identificazione e lo smantellamento dei laboratori clandestini.

La denuncia dell’Osapp dipinge un quadro allarmante: le carceri, luoghi di riabilitazione e reinserimento sociale, si stanno trasformando in vere e proprie zone grigie, dove l’illegalità prevale sulla legalità e il personale penitenziario, privo di risorse e di supporto adeguato, è costretto a fronteggiare condizioni di lavoro sempre più estreme.

L’urgenza di un intervento deciso e risolutivo da parte delle istituzioni è innegabile, per restituire alle carceri la loro funzione originaria e garantire la sicurezza di tutti.

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