02 agosto 2024 – 18:45
Le associazioni datoriali nel settore agricolo sono fortemente criticate per il loro atteggiamento negativo nei confronti dell’ordinanza anticaldo, che mira a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti a temperature estreme durante le attività lavorative. Il caso del bracciante romeno deceduto a causa di un infarto mentre lavorava in condizioni disumane all’interno di una serra, evidenzia l’importanza di norme che tutelino i diritti e la vita dei lavoratori. Denis Vayr della Flai Cgil Piemonte sottolinea che non applicare tali provvedimenti sarebbe un grave errore, poiché mettere a rischio la salute dei lavoratori per motivi economici è moralmente inaccettabile.Mentre alcune imprese hanno adottato misure preventive per proteggere i dipendenti più vulnerabili, vi sono ancora molte situazioni critiche che richiedono l’applicazione rigorosa dell’ordinanza regionale. È fondamentale coinvolgere le parti sociali nel processo di attuazione di queste misure, come evidenziato da Luca Caretti della Cisl Piemonte, al fine di garantire un’applicazione efficace e condivisa delle normative volte a salvaguardare la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.Le preoccupazioni espresse dalle associazioni datoriali riguardo alla sostenibilità economica delle disposizioni anti-caldo non devono prevalere sulla tutela della vita umana e sulla dignità dei lavoratori. È necessario un cambio di mentalità nell’approccio alle questioni legate alla sicurezza sul lavoro, ponendo al centro il benessere e la protezione delle persone anziché gli interessi economici delle aziende.In conclusione, l’adozione e l’applicazione rigorosa dell’ordinanza anticaldo rappresentano un passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti dei diritti dei lavoratori nel settore agricolo. È imperativo agire con tempestività ed efficacia per prevenire tragedie simili a quella del bracciante romeno e garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure per tutti i dipendenti coinvolti in attività ad alto rischio termico.
