Il cervo, simbolo di libertà e maestosità nelle montagne, rinchiuso tra le campagne: una testimonianza della biodiversità locale.

Il cervo, simbolo di libertà e maestosità nelle selvagge montagne, si trovava invece rinchiuso in un recinto tra le tranquille campagne di Decimomannu, nel cuore del Cagliaritano. Non si trattava di un esemplare qualsiasi, bensì di una femmina di Cervus elaphus corsicanus, una specie rigorosamente protetta per il suo inestimabile valore conservazionistico. La sua inclusione tra le specie particolarmente tutelate è stata sancita dalla Convenzione di Berna, riconoscimento della sua importanza ecologica e biologica.Questa creatura elegante e imponente avrebbe dovuto vagare liberamente tra i boschi secolari e i prati incontaminati delle montagne, invece si trovava confinata in uno spazio limitato, lontana dal suo habitat naturale. La presenza del cervo femmina rappresentava una testimonianza vivente della biodiversità locale e della necessità di proteggere le specie vulnerabili che popolano la nostra terra.La sua storia suscitava sentimenti contrastanti: da un lato la gratitudine per averla salvata da possibili minacce esterne, dall’altro la consapevolezza che la sua vera libertà era solo un’illusione all’interno di quel recinto. Era come se il cervo portasse con sé il peso della responsabilità umana verso il mondo animale, richiamando alla mente la fragilità dell’equilibrio ecologico che regola la vita sul nostro pianeta.Nel silenzio delle campagne cagliaritane, il cervo femmina continuava a muoversi con eleganza ed orgoglio, trasmettendo un messaggio silenzioso ma potente: la natura ha bisogno di essere rispettata e preservata per garantire un futuro sostenibile alle generazioni future. Che sia libero tra le montagne o confinato in un recinto, il cervo rimane un simbolo indelebile della bellezza e della fragilità del mondo naturale che ci circonda.