“Addio a Piero Cerati, maestro del giornalismo: un’eredità di professionalità e passione”

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05 agosto 2024 – 10:01

Nel settembre del 1981, il mondo era un luogo completamente diverso da quello che conosciamo oggi. Computer e internet erano concetti lontani, e Piero Cerati, con righello e matita in mano, stava dando vita al primo menab dell’edizione regionale Valle d’Aosta de La Stampa. A soli 49 anni, sedeva alla scrivania di caporedattore di una redazione pilota che si distingueva per la professionalità e l’etica dei suoi membri.Piero Cerati ci ha lasciato venerdì mattina a Torino, all’età di 91 anni, lasciando il figlio Federico come suo erede. Il suo arrivo nella redazione della Valle d’Aosta al secondo piano del grande condominio Les Tours Blanches al numero 3 di via De La Pierre rappresentava un momento cruciale: doveva dare concretezza all’idea di decentrare le pagine dedicate al Piemonte e alla Liguria. E fu proprio grazie al contributo decisivo di Cerati che vennero lanciate tutte le edizioni provinciali.Dotato di una vasta cultura e di un sorriso sempre pronto, Piero Cerati portava con sé nella sua cartella di cuoio non solo libri ma anche appunti utili a gestire con maestria le varie sfide giornalistiche. Laureato in lettere, aveva iniziato la sua carriera come correttore a La Stampa per poi diventare capo cronista della Gazzetta del Popolo a Torino prima di fare ritorno nel giornale che lo aveva visto crescere.La sua penna acuta raccontò i grandi eventi degli Anni ’70 con precisione e sensibilità. Dalle stragi neofasciste alle epidemie di colera, dai terremoti devastanti agli avvenimenti politici più importanti, Cerati era sempre presente con la sua scrittura incisiva e coinvolgente. Quando ebbe l’incarico di rinnovare le pagine locali de La Stampa, passò il testimone a Vittorio Sabadin, un altro grande professionista del giornalismo che ricorda con affetto l’insegnamento ricevuto da Piero.Anche Dario CrestoDina, vice direttore de La Stampa e collega di Piero nella redazione valdostana pilota, ricorda con gratitudine l’impegno costante nel lavoro giornalistico: “Mi ha insegnato che il giornalismo si fa soprattutto camminando”, dice mentre batte le mani sulle cosce. Con semplicità e profondità culturale, Cerati ha lasciato un segno indelebile nel mondo del giornalismo italiano che continuerà a ispirare generazioni future.

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