05 agosto 2024 – 19:45
Il 6 agosto di 79 anni fa, il mondo assisteva all’orrore della prima bomba atomica che devastava Hiroshima, seguita tre giorni dopo dalla seconda che colpiva Nagasaki. Questi due tragici eventi causarono la morte di un numero stimato tra 150 e 220 mila persone, principalmente civili innocenti. La data del 15 agosto 1945 rimane impressa nella storia come il giorno in cui l’imperatore Hirohito annunciò la resa totale e incondizionata del Giappone, mettendo così fine alla brutalità della seconda guerra mondiale.Le due terribili armi atomiche utilizzate nell’agosto del ’45, entrambe basate sulla fissione nucleare, differivano nel materiale fissile impiegato: Little Boy, con il suo nome enigmatico, era alimentata dall’uranio-235 a Hiroshima, mentre Fat Man, così chiamata per la sua forma panciuta, era composta da plutonio a Nagasaki. Un triste paradosso o forse una macabra ironia caratterizzò anche The Gadget, il soprannome dato al primo ordigno nucleare testato sperimentalmente il 16 luglio 1945 ad Alamogordo nel New Mexico.Durante il Trinity Test, i luminari scientifici come Enrico Fermi e Robert Oppenheimer osservavano con occhialini da saldatore il potere distruttivo dell’arma che avevano contribuito a sviluppare nel laboratorio segreto di Los Alamos. Il vetro verdastro scuro prodotto dall’esplosione fu chiamato trinitite in ricordo di quell’evento cruciale. Nel corso degli anni successivi all’esperimento nucleare, la trinitite è rimasta debolmente radioattiva e richiede ancora oggi precauzioni nell’handling.Il generale Groves si rivolse a Oppenheimer chiedendogli se la scelta del nome Trinity fosse stata dettata dalla volontà di non attirare l’attenzione su quella zona particolare dell’Ovest americano associandola a nomi più comuni come fiumi o vette. La triste eredità radioattiva lasciata da quegli eventi storici continua a ricordarci i pericoli insiti nelle armi nucleari e l’importanza di preservare la pace mondiale attraverso dialogo e cooperazione internazionale.
