A un momento di profonda crisi umanitaria, una missiva solenne, sottoscritta da un ampio coro di voci intellettuali, artistiche e civiche – personalità di spicco del panorama culturale italiano e ospiti di rilievo di Pordenonelegge 2025 – si rivolge alle massime cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto.
La lettera non è un semplice appello, ma un atto di responsabilità morale, un richiamo pressante a tutelare i diritti fondamentali dell’uomo e a garantire la protezione dei civili nel conflitto israelo-palestinese, con particolare riferimento alla devastante situazione nella Striscia di Gaza.
Il quadro descritto è quello di una catastrofe umanitaria di proporzioni inaudite.
I dati, crudi e sconcertanti, dipingono un territorio martoriato: oltre sessantamila vite spezzate, tra cui un numero agghiacciante di bambini – almeno diciottomila – e più di centocinquanta migliaia di feriti.
La rete sanitaria, pilastro essenziale per la sopravvivenza di una popolazione, è stata in gran parte annientata, con il novantaquattro per cento delle strutture ospedaliere gravemente danneggiate o distrutte.
Il tessuto sociale è lacerato, l’istruzione paralizzata: scuole e università giacciono in rovina, mentre più di cinquecentomila persone lottano per la sopravvivenza, afflitte da una fame estrema che mina le loro stesse fondamenta.
Il conflitto non si limita alla Striscia di Gaza.
L’intensificazione della violenza in Cisgiordania e le migliaia di palestinesi detenuti in condizioni disumane – privati di processi equi, sottoposti a torture, violenze sessuali e deprivazione di cure mediche essenziali – testimoniano un quadro complessivo di profonda ingiustizia e sofferenza.
La missiva esorta le istituzioni italiane a compiere un passo avanti, a superare l’inerzia e ad attivare ogni canale diplomatico disponibile per perseguire obiettivi concreti: un cessate il fuoco duraturo e verificabile, la liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi, israeliani e palestinesi, imprigionati al di là delle procedure legali, un accesso umanitario illimitato e continuativo per garantire la sopravvivenza della popolazione civile, il ritiro immediato e incondizionato delle forze israeliane dai territori occupati illegale.
La lettera non si limita a un appello alla cessazione delle ostilità.
Riconosce la necessità di affrontare le radici profonde del conflitto, chiedendo che vengano avviate indagini imparziali e trasparenti per accertare le responsabilità delle innumerevoli vittime civili innocenti.
Si propone, inoltre, misure concrete per interrompere il sostegno all’azione militare israeliana, con la sospensione di accordi di cooperazione nel settore militare e della difesa, inclusa la revoca del memorandum di cooperazione Italia-Israele, e la sospensione dell’Accordo di associazione UE-Israele fino a quando non verranno garantite il rispetto dei diritti umani.
Il culmine della richiesta si concentra sul riconoscimento dello Stato di Palestina, un gesto che simboleggerebbe l’impegno italiano verso una soluzione equa e duratura del conflitto, un passo fondamentale per la costruzione di un futuro di pace e stabilità nella regione.
Questa richiesta non è solo una questione politica, ma un imperativo morale, un atto di solidarietà verso un popolo che soffre, un segnale di speranza per un futuro in cui la giustizia e i diritti umani siano rispettati e garantiti per tutti.