Un episodio di violenza inaudita ha scosso la comunità padovana, portando alla luce dinamiche preoccupanti legate alla criminalità minorile e alla crescente intolleranza.
La vicenda, maturata nella zona della stazione ferroviaria di Padova, vede coinvolte quattro giovani donne, due delle quali ora identificate e denunciate dalla Squadra Mobile.
L’aggressione, consumatasi il 3 settembre, ha avuto come vittima la titolare di un bar di proprietà cinese, colpita brutalmente dopo aver negato a una delle protagoniste, una minorenne di soli 13 anni, l’accesso a una slot machine.
L’atto violento non si è limitato a una semplice contestazione, ma ha assunto i connotati di una vera e propria spedizione punitiva.
La donna è stata bersaglio di calci, pugni e perfino strappi di capelli, manifestando un’escalation di rabbia e aggressività che lascia sgomento.
La presenza di frasi a sfondo razzista, come emerso dalle indagini, aggiunge un ulteriore elemento di gravità, evidenziando una pericolosa commistione tra violenza fisica e intolleranza etnica.
Il fatto che la giovane minorenne, inizialmente respinta dalla titolare, abbia poi preso parte attiva all’aggressione, rafforza l’urgenza di comprendere le motivazioni che spingono i giovani a commettere atti così riprovevoli.
La prontezza di alcuni passanti, che hanno allertato le forze dell’ordine, ha permesso una rapida reazione.
L’utilizzo delle immagini di videosorveglianza, in abbinamento a un’efficace attività di indagine, ha permesso di identificare due delle quattro responsabili.
La prima, la tredicenne italiana di origine albanese, risulta già nota alle autorità giudiziarie per precedenti segnalazioni legate a lesioni, aggressioni in gruppo e piccoli furti, configurando un quadro di percorso trasgressivo che richiede un intervento educativo e sociale tempestivo.
La seconda, una quindicenne di origine marocchina, era già sotto indagine per molestie e disturbo alle persone, e risulta aver violato un Daspo urbano precedentemente disposto proprio nella zona della stazione ferroviaria.
L’applicazione della misura dell’Avviso orale, eseguita dalla Divisione Polizia Anticrimine, si aggiunge alla violazione del Daspo, sottolineando la recidività di questo comportamento.
I dati relativi ai primi sette mesi dell’anno in provincia di Padova rivelano un quadro allarmante per quanto riguarda la criminalità minorile.
107 minorenni sono stati segnalati alla Procura dei Minorenni di Venezia, con 92 indagati in libertà e 15 in arresto, per reati che spaziano dalla detenzione di sostanze stupefacenti a rapine e lesioni personali.
Pur rimanendo sostanzialmente in linea con i dati del 2023, l’aumento delle misure di prevenzione, come i Daspo Willy e gli Avvisi orali, quasi triplicando rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, testimonia l’intensificazione degli sforzi delle forze dell’ordine per contrastare questo fenomeno.
Questo episodio, insieme ai dati statistici, solleva interrogativi urgenti sulle cause che portano i giovani a delinquere, sul ruolo della famiglia e della scuola, sull’efficacia dei programmi di prevenzione e riabilitazione, e sulla necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni, servizi sociali e comunità locale per offrire ai ragazzi opportunità concrete di crescita e integrazione, allontanandoli dalla strada della devianza e della violenza.
La ricerca di risposte non può limitarsi all’applicazione di misure repressive, ma deve necessariamente investire in progetti educativi e sociali che promuovano la legalità, il rispetto delle regole e la consapevolezza dei propri diritti e doveri.