Margaux Compte-Mergier, figura di spicco nel panorama artistico europeo contemporaneo, inaugura a Roma, il 26 settembre, una mostra di particolare impatto presso lo Studio Orma, che rimarrà aperta fino al 24 ottobre.
L’evento rappresenta una profonda riflessione sul concetto di memoria, decadenza e la nostra complessa relazione con il trauma.
La mostra, intitolata ‘Matière Survivante’ (Materia Sopravvissuta), è il risultato di un percorso artistico che esplora la fragilità dell’esistenza e la persistenza di ciò che rimane dopo un evento catastrofico.
L’artista, trentunenne, parigina di nascita ma berlinese d’adozione, utilizza il silicone – materiale malleabile, quasi pelle – per creare un ambiente immersivo che trascende la semplice esposizione di opere d’arte.
Al centro dell’installazione si sviluppa una complessa e suggestiva composizione: una tavola lunga cinque metri, realizzata in silicone plasmabile, che ondeggia, si deforma, creando una superficie dinamica e mutevole.
Questa tavola, che evoca un banchetto abbandonato, è popolata da un intricato insieme di calchi in silicone: nature morte, figure antropomorfe che suggeriscono presenze scomparse, animali e oggetti quotidiani, tutti fusi in un’unica massa apparentemente informe.
Compte-Mergier, attraverso la sottile manipolazione del silicone, non offre una rappresentazione letterale, ma piuttosto un’indagine sul processo di scomposizione, sulla stratificazione dei ricordi e sulla perdita.
L’opera si configura come una sorta di palinsesto, dove i segni del tempo e della distruzione si sovrappongono, creando un’atmosfera sospesa tra il lutto e una sorta di surreale accettazione.
L’artista, in questo senso, non si limita a rappresentare la fine, ma indaga la dialettica tra distruzione e rinascita, tra orrore e assurdità.
La superficie cangiante e sensuale del silicone invita non solo alla contemplazione visiva, ma anche all’esperienza tattile, stimolando una risposta emotiva complessa che oscilla tra il disagio e una perversa fascinazione.
La “malinconia della catastrofe” che Compte-Mergier descrive è un sentimento profondamente radicato nella sensibilità contemporanea, un misto di rassegnazione e desiderio di trasformazione.
La mostra culminerà il 24 ottobre con una performance teatrale realizzata da Laura Papachristos, collaboratrice e amica dell’artista.
Papachristos, attraverso un intervento performativo, reattiverà i materiali esposti, dando loro una nuova vita effimera e sottolineando ulteriormente la loro natura transitoria.
Lo Studio Orma, nato a Roma nel 2023 nel quartiere di Monteverde, si presenta come un laboratorio culturale e uno spazio espositivo dedicato alla sperimentazione artistica e al sostegno di giovani talenti.
L’omonima associazione culturale, operante dal 2019, promuove un dialogo continuo tra artisti e comunità attraverso mostre, progetti, simposi, workshop ed esperienze immersive.
La programmazione dello spazio testimonia un forte impegno verso la ricerca estetica e la valorizzazione di voci emergenti, come dimostrano progetti recenti come ‘Ali, Tori ed Intrusi’ di Pietro Simonelli, la collettiva ‘La qualità tranquilla della luce’ (un dialogo tra arte messicana e italiana), ‘La prima notte di quiete’ di Silvio Giannini, ‘La scrofa che divora la prole’ di Leonardo Zappalà e ‘Impronte di Memoria’, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti.