Tensioni politiche sull’ordine del giorno carceri: governo ritira parere favorevole, aumenta la tensione a Montecitorio

Il confronto politico in Aula si è acceso quando il deputato del Partito Democratico, Marco Lacarra, ha respinto la proposta di firma congiunta del suo ordine del giorno al decreto carceri da parte della parlamentare della Lega, Simonetta Matone. Lacarra ha motivato la sua decisione sottolineando le posizioni contrastanti di Matone in Commissione, dove la proposta del PD di evitare che i figli minori vivano in carcere con le madri detenute è stata respinta più volte. Questo episodio ha riportato alla luce le tensioni tra le diverse fazioni politiche sul tema delicato della tutela dei bambini coinvolti nel contesto penitenziario.Ettore Rosato di Azione ha espresso disappunto per il rifiuto di Lacarra, ma ha anche riconosciuto l’importanza di compiere passi avanti su una questione così cruciale. Tuttavia, Federico Fornaro del PD ha ribadito le difficoltà incontrate durante precedenti dibattiti in cui le proposte della maggioranza erano state costantemente respinte. Matone, dal canto suo, ha difeso la posizione della Lega sottolineando l’obiettivo di proteggere le donne dei campi nomadi anziché inviare i bambini in carcere.L’intervento deciso di Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha evidenziato come l’attuale maggioranza stia cancellando una normativa più garantista risalente al 1930 che vietava ai bambini sotto l’anno di età di restare in carcere. La retorica provocatoria di Debora Serracchiani riguardante possibili future leggi razziali ha ulteriormente infiammato gli animi nell’Aula parlamentare.Alla fine dello scontro politico, il governo ha annunciato il ritiro del “parere favorevole” all’ordine del giorno proposto da Lacarra e ciò ha contribuito ad aumentare la tensione all’interno dell’emiciclo di Montecitorio.