sabato 20 Settembre 2025
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Venezia

Murano: multa ai genitori per un pallone, polemica a Venezia

Un’eco di rigidità amministrativa ha squarciato la placida routine di Murano, isola veneziana celebre per il suo vetro, con la convocazione in caserma dei genitori di quattordici adolescenti, di età compresa tra i dodici e i tredici anni.

L’accusa: aver permesso ai propri figli di giocare a pallone in un’area pubblica, un’azione che, secondo le autorità, ha configurato una violazione del Regolamento di polizia e sicurezza urbana del Comune di Venezia.
L’incidente, datato 12 settembre, solleva interrogativi più ampi sulla gestione dello spazio pubblico e sulle modalità di approccio ai comportamenti giovanili in una città come Venezia, fragile e densamente popolata.

Le multe, contestate a carico dei genitori, derivano da segnalazioni di residenti, che hanno lamentato un disturbo alla quiete pubblica.

L’ammontare, pari a 50 euro a sanzione, rappresenta il limite massimo previsto dal regolamento, un importo significativo che incide pesantemente sul bilancio familiare.

L’episodio, lungi dall’essere isolato, si inserisce in una cronologia di applicazione severa dei regolamenti che disciplinano i giochi e le attività ludiche in spazi aperti veneziani.

La rigorosità di tali normative, pur mirate a preservare l’ordine e la sicurezza, appare a molti eccessiva, specialmente quando si tratta di ragazzi in cerca di un luogo dove esprimere la propria energia.

La vicenda ha immediatamente acceso un dibattito sulla sensibilità e la pedagogia nell’applicazione delle regole.
Il consigliere comunale di opposizione, Marco Gasparinetti, ha aspramente criticato la gestione dell’evento, interrogandosi retoricamente sulle priorità delle forze dell’ordine e mettendo in discussione la necessità di ricorrere a un coinvolgimento così diretto e stigmatizzante per risolvere una questione apparentemente minore.

La domanda implicita è se un dialogo costruttivo, un richiamo educativo, o un’alternativa ludica avrebbero potuto evitare la convocazione in caserma e la conseguente sanzione pecuniaria.
La questione va oltre la semplice violazione di un regolamento.

Riflette una più ampia tendenza a limitare lo spazio di gioco e di socializzazione per i giovani in ambito urbano, con ripercussioni potenziali sul loro sviluppo fisico e sociale.
La necessità di bilanciare la tutela della quiete pubblica con il diritto dei ragazzi a divertirsi e a crescere in un ambiente sano e stimolante emerge con chiarezza.
La risposta a questa sfida cruciale richiederà un ripensamento delle politiche urbane e un approccio più empatico e costruttivo nei confronti dei giovani e delle loro famiglie, al di là della semplice applicazione di sanzioni pecuniarie.
L’episodio di Murano, quindi, si configura come un campanello d’allarme, invitando a una riflessione urgente e approfondita.

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