La vendemmia 2025 in Puglia si configura come un segnale di rinascita per il settore vitivinicolo regionale, con una produzione stimata intorno agli 11 milioni di ettolitri.
Questo dato, che rappresenta un incremento significativo del 15-20% per il Primitivo rispetto all’annata precedente, contrasta con il crollo del 2023, segnato da condizioni climatiche avverse e dalla pressione della peronospora che aveva drasticamente ridotto i volumi a soli 6,9 milioni di ettolitri.
La ripresa è auspicabile non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo, auspicando che le peculiarità dei vitigni pugliesi possano riflettersi in un prodotto di eccellenza.
Nonostante l’ampiezza e la diversità delle produzioni, la Puglia si posiziona al nono posto a livello nazionale per le esportazioni.
I dati relativi al primo semestre del 2025 mostrano un valore di 114 milioni di euro, con un aumento del 5,7% rispetto al 2024.
I mercati esteri principali rimangono Germania, Svizzera, Albania e Regno Unito, consolidando la presenza pugliese in questi paesi.
Gli Stati Uniti, pur non essendo il principale sbocco commerciale, rappresentano un’area strategica che si trova a fronteggiare le nuove dinamiche commerciali imposte dai dazi del 15% introdotti dall’amministrazione Trump sui prodotti agroalimentari europei, un elemento che incide significativamente sulla competitività dei produttori regionali.
Il presidente di Confagricoltura Puglia, Antonello Bruno, sottolinea con urgenza la necessità di un supporto strutturale per l’intero comparto vitivinicolo.
Questo supporto non può limitarsi a misure emergenziali, ma deve mirare a rafforzare la filiera e a garantire certezze normative a lungo termine.
L’enfasi è posta sull’importanza di un ruolo più proattivo e strategico da parte dei Consorzi di Tutela, attualmente considerati insufficienti nel contribuire alla promozione e alla valorizzazione del vino pugliese.
L’azione dei Consorzi dovrebbe orientarsi verso la creazione di un’immagine distintiva e di qualità superiore, in grado di intercettare i consumatori più esigenti e di posizionare i vini pugliesi in segmenti di mercato di nicchia.
Un elemento critico che incombe sul settore è rappresentato dalla presenza di scorte eccessive.
Al 31 luglio 2025, le cantine italiane ospitavano 39,8 milioni di ettolitri di vino, con la Puglia che detiene una quota rilevante pari a 3,72 milioni di ettolitri.
Le denominazioni più rappresentate in questo scenario sono l’IGP Puglia (1,38 milioni di ettolitri) e l’IGP Salento (890mila ettolitri), evidenziando la necessità di strategie di destoccaggio mirate e di una migliore gestione della produzione per evitare squilibri di mercato.
La sfida futura si concentra dunque sulla capacità di trasformare la ripresa quantitativa in un successo qualitativo e commerciale duraturo, valorizzando le risorse territoriali e le competenze delle aziende agricole pugliesi.