Una solenne veglia commemorativa ha illuminato la notte scorsa, a Sairano, frazione di Zinasco (Pavia), per onorare la memoria dei nove maiali brutalmente soppressi il 20 settembre 2023 nel rifugio Cuori Liberi, e dei trentuno compagni che, nei giorni precedenti, furono vittime della devastante peste suina africana (PSA).
L’evento, promosso dalla Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia, è partito dal cimitero locale, divenendo un simbolo tangibile di un lutto profondo e di una battaglia ancora aperta.
La partecipazione, con oltre cinquecento persone presenti, testimonia un sentimento di indignazione e una crescente consapevolezza nei confronti delle pratiche di gestione della PSA e del suo impatto sugli animali.
La Rete, con la sua coordinatrice Sara D’Angelo, ha voluto denunciare un atto di violenza inaccettabile, un intervento che ha ignorato non solo le proteste e le istanze di tutela, ma anche potenziali approcci scientifici alternativi.
“Quegli animali stavano bene, resistevano al virus, eppure sono stati strappati alla vita in modo violento e disumano, al solo scopo di proteggere interessi economici,” ha dichiarato D’Angelo.
Il tributo non si limita a un ricordo, ma mira a catalizzare una lotta più ampia e consapevole.
L’episodio di Sairano ha rappresentato una cesura, un punto di svolta che ha ridefinito il ruolo e la percezione dei rifugi-santuari, intensificando il movimento antispecista e risvegliando le coscienze.
La successiva ondata di proteste, che ha visto quasi ventimila persone scendere in strada a Milano e Roma, ha amplificato la denuncia e reso evidente il sentimento di sconcerto e rabbia diffuso.
La decisione di procedere con l’abbattimento dei nove maiali, imposta dal commissario della PSA e dalla Regione Lombardia, ha scavato una ferita profonda nel tessuto della comunità e ha sollevato interrogativi etici e giuridici cruciali.
Nonostante la strenua resistenza di decine di attivisti e attiviste, che si sono barricate nel rifugio per ostacolare l’intervento delle forze dell’ordine, la decisione è stata ineludibile.
A distanza di due anni, la Rete dei Santuari denuncia l’assenza di garanzie concrete da parte del Governo per la protezione degli animali ospitati nei rifugi.
L’assenza di una deroga specifica o di un protocollo sanitario adeguato per le strutture riconosciute dal Ministero della Salute, ma non equiparate agli allevamenti, crea un clima di precarietà e rende possibile il ripetersi di simili tragedie.
La mancanza di un approccio più umano e sostenibile nella gestione della PSA, che tenga conto del benessere animale e delle alternative all’abbattimento, rappresenta una grave lacuna nel sistema di protezione degli animali e solleva interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni.
La veglia di Sairano non è solo un momento di lutto, ma un appello alla responsabilità e un monito per il futuro.