lunedì 22 Settembre 2025
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Catturato a Verona: Latitante Rumeno Arrestato in Operazione Europea

Nel corso di un’operazione transnazionale complessa, culminata con un arresto a Verona, le forze dell’ordine hanno localizzato e fermato un cittadino rumeno di 42 anni, latitante da due anni e ricercato in tutta Europa.

Il mandato di arresto europeo, emesso dalle autorità competenti del suo paese d’origine, lo accusava di gravi reati legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con una condanna a dieci anni e sei mesi di reclusione.

L’attività di rintracciamento, meticolosamente orchestrata dalla sezione Catturandi della Squadra Mobile di Verona e coordinata dallo Scotland Yard nell’ambito del progetto “Wanted”, si è sviluppata a partire da una segnalazione specifica ricevuta dalle autorità rumene nel maggio 2025.
La tipologia della segnalazione indicava la probabile presenza del ricercato nell’area veronese.
La strategia investigativa si è focalizzata sull’analisi di collegamenti indiretti, sfruttando la capacità di acquisizione e interpretazione di dati provenienti da fonti diverse.

Un elemento cruciale è stato l’identificazione di veicoli intestati a familiari del latitante residenti in altre province italiane.
L’impiego di sistemi di videosorveglianza urbana, strategicamente posizionati nei punti di accesso alla zona sud di Verona, ha permesso di registrare e tracciare i movimenti di questi veicoli.
Un dettaglio apparentemente marginale si è rivelato determinante nella risoluzione dell’indagine: la presenza di un cane di razza Molosso, precisamente un esemplare di American Bully, a bordo di uno dei veicoli tracciati.

Questa osservazione, apparentemente casuale, ha stimolato un’ulteriore linea di indagine, basata sull’analisi dei profili social del latitante, dai quali era emersa una sua marcata predilezione per i cani di quella specifica razza.

Questo elemento ha permesso di restringere il campo della ricerca, affinando i criteri di individuazione.
L’arresto è avvenuto a seguito dell’intercettazione del latitante alla guida di uno dei veicoli sopra menzionati, con il cane a bordo.

In suo possesso sono stati rinvenuti documenti falsificati, contenenti i dati anagrafici di un cittadino ungherese, utilizzati per eludere le indagini e mantenere una copertura.
Gli approfondimenti successivi hanno rivelato una seconda pendenza a suo carico: un ordine di carcerazione emesso nel 2016 dal Tribunale di Pistoia, derivante da una condanna a un anno e sei mesi per reati contro la persona.

Questo ulteriore dettaglio sottolinea la complessità del quadro criminale e l’importanza di una cooperazione internazionale efficace per assicurare alla giustizia individui responsabili di reati di varia gravità.
L’operazione dimostra come l’analisi di dati apparentemente insignificanti, unitamente all’impiego di tecnologie avanzate e alla collaborazione transnazionale, possa portare alla cattura di pericolosi latitanti, rafforzando la sicurezza a livello europeo.

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