12 agosto 2024 – 08:45
L’incidente che ha coinvolto Erica Totaro, giovane di 26 anni, è stato un evento drammatico avvenuto esattamente un anno fa, il 13 agosto scorso. Rivedendo le immagini di quel momento, si prova un brivido lungo la schiena, poiché il ricordo è ancora vivo e struggente. La scena si svolgeva in corso Moncalieri, all’incrocio con Ponte Umberto I: insieme a un amico, Erica stava percorrendo la strada su un monopattino diretta verso un locale notturno. L’orologio segnava le due del mattino quando improvvisamente ha urtato contro una buca o forse un gradino, la visibilità era scarsa e l’impatto è stato inevitabile. Mentre cercava di superare le strisce pedonali per raggiungere la pensilina che conduceva alla pista ciclabile, qualcosa l’ha sbalzata violentemente dal monopattino. Il corpo di Erica è rimbalzato sui dissuasori del traffico, lasciandola con una ferita sanguinante alla testa e un forte dolore alla mano. È stato necessario ricorrere a otto punti di sutura tra pollice e indice per rimarginare la ferita alla mano; fortunatamente la testa è rimasta incolume dall’incidente.Da quel giorno tragico, Erica ha deciso di abbandonare l’utilizzo del monopattino soprattutto dopo aver cambiato città. A Torino lo usava spesso nonostante provasse sempre una certa insicurezza: le ruote sottili rischiavano spesso di incastrarsi nei pavé delle strade cittadine mettendola a rischio di cadute frequenti. Nonostante fosse un mezzo veloce e comodo per gli spostamenti quotidiani come il lavoro, Erica ammette che sapeva dei rischi ma pensava che nulla di grave potesse mai accaderle proprio quel giorno.Per migliorare la sicurezza dei monopattini sarebbe opportuno rendere più robuste le strutture e dotarli di ruote più grandi. Inoltre sarebbe fondamentale garantire percorsi dedicati ai mezzi alternativi come ciclabili ben tenuti e privi di ostacoli per evitare incidenti simili a quello vissuto da Erica. È indispensabile trovare soluzioni concrete per garantire la sicurezza degli utenti invece di limitarsi ad evitare l’utilizzo dei monopattini senza affrontare il problema alla radice.
