Un’indagine complessa e delicata è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Genova a seguito di un tragico incidente che ha visto precipitare da un terrazzo un bambino di sette anni frequentante il polo Res, struttura dedicata all’accoglienza di minori con bisogni educativi speciali, nel quartiere di Voltri.
L’evento, che ha provocato lesioni gravissime al piccolo, ha immediatamente innescato un’analisi approfondita delle responsabilità e delle dinamiche che hanno portato a questo inatteso e drammatico episodio.
La Procura, guidata dalla sostituta Patrizia Petruzziello, ha delegato un team di investigatori della squadra Mobile per una verifica esaustiva delle procedure e della sicurezza all’interno della struttura.
L’obiettivo è quello di accertare l’esistenza di eventuali carenze strutturali o operative che possano aver contribuito all’accaduto, andando oltre la semplice ricostruzione degli eventi del giovedì scorso.
L’indagine si focalizza non solo sull’immediato contesto dell’incidente, ma anche sulla valutazione complessiva del sistema di supervisione e controllo adottato per i minori ospiti.
Le prime indagini, condotte inizialmente dagli agenti delle volanti, hanno permesso di raccogliere le prime testimonianze del personale presente al momento dell’incidente.
Un elemento cruciale è rappresentato dall’assenza per malattia dell’insegnante di riferimento, che ha determinato la necessità di individuare una figura sostitutiva.
La Procura sta quindi valutando le modalità con cui è stata gestita questa emergenza sostitutiva e le conseguenze che ne sono derivate.
Il fascicolo d’indagine, attualmente aperto per abbandono di minore aggravato dalle lesioni gravissime, è a carico di persone attualmente identificate solo come “ignoti”.
Questo sottolinea la natura preliminare della fase investigativa e l’ampiezza del campo da esplorare.
Nel corso delle prossime settimane, potrebbero essere formalmente indagati i vertici della struttura, così come eventuali coordinatori, al fine di garantire loro la possibilità di partecipare agli accertamenti tecnici non ripetibili, una procedura consolidata nel diritto processuale penale.
Le indagini della squadra Mobile, diretta dai primi dirigenti Carlo Bartelli e Federico Mastorci, hanno rivelato che il bambino è stato lasciato incustodito per un periodo di tempo sufficiente a permettergli di accedere a un’area preclusa, una rampa di scale senza parapetto e una porta finestra, dimostrando una potenziale vulnerabilità nel sistema di controllo.
L’attenzione si concentra ora sulla comprensione di come il bambino abbia potuto eludere la sorveglianza di docenti e operatori socio-assistenziali, considerando che la sezione a cui apparteneva, con 13 alunni con esigenze speciali, prevedeva un rapporto uno-a-uno.
Nonostante la presenza di personale superiore al numero degli studenti, l’episodio solleva interrogativi sulla qualità dell’attenzione e della supervisione effettivamente fornita.
L’inchiesta si pone quindi l’obiettivo di ricostruire accuratamente la sequenza degli eventi, analizzando le responsabilità individuali e strutturali che hanno portato a questa tragica situazione.
La Procura intende, inoltre, valutare se siano state rispettate le normative vigenti in materia di sicurezza e supervisione dei minori con bisogni educativi speciali, al fine di prevenire il ripetersi di simili eventi.
L’attenzione è rivolta non solo alla ricerca della verità fattuale, ma anche alla tutela dei diritti dei minori e alla garanzia di un ambiente sicuro e adeguato per la loro crescita e il loro sviluppo.