mercoledì 24 Settembre 2025
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Milano

Interrogatorio e custodia cautelare: indagine sull’assalto alla stazione.

Domani, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Silvia Perrucci affronterà l’interrogatorio a carico del 36enne arrestato per resistenza aggravata e lesioni a un agente di polizia, un procedimento che si avvia sotto il prisma del decreto sicurezza e che solleva interrogativi complessi sulla gestione delle proteste e il ruolo della legalità in contesti di forte tensione sociale.
L’uomo, domiciliato nel Milanese e descritto negli atti come privo di un’abitazione stabile e con precedenti penali per spaccio, è stato richiesto in custodia cautelare dal pubblico ministero Elio Ramondini, una misura che il GIP dovrà valutare attentamente.
L’accusa, nel formulare la richiesta di custodia, sottolinea un profilo criminale che si manifesta con un’azione violenta mirata e perseverante, volta a superare le barriere di contenimento e a perseguire un obiettivo collettivo, in questo caso, l’accesso all’area ferroviaria, frustrato dall’intervento delle forze dell’ordine.
Questa dinamica evidenzia una potenziale capacità di coordinamento e un’adesione a un proposito criminoso che trascende il singolo atto di violenza.
Parallelamente, si evolve la situazione delle due studentesse universitarie di 21 anni, rilasciate in direttissima con obbligo di firma, in attesa del loro interrogatorio.

Analogamente, si trovano in stato di detenzione al carcere minorile Beccaria due studenti di 17 anni, frequentatori del centro sociale Lambretta, anch’essi accusati di resistenza aggravata.

Questi cinque individui, a quanto pare, avrebbero partecipato alle prime fasi del tentativo di irruzione nella stazione, suggerendo una escalation di violenza che ha coinvolto individui di diversa provenienza e background.

L’inchiesta, ora nelle mani della Digos e coordinata dal Procuratore Marcello Viola, si concentra sull’analisi meticolosa dei filmati di sorveglianza per identificare e iscrivere nel registro degli indagati i responsabili degli atti più gravi durante l’assalto alla stazione.
Questa indagine, di proporzioni significative, mira a svelare la composizione di un gruppo eterogeneo, stimato in centinaio di giovani, che include studenti minorenni, militanti di movimenti anarchici e antagonisti, ma anche individui provenienti da contesti marginali, i cosiddetti “maranza”, che sembrano aver sfruttato la manifestazione Pro Palestina come pretesto per esprimere frustrazioni e rabbia, richiamando dinamiche analoghe a quelle osservate nelle periferie parigine.
La questione centrale che emerge è la complessità di comprendere le motivazioni e le dinamiche che hanno portato a questa escalation di violenza, e la necessità di individuare le responsabilità individuali e collettive per garantire il rispetto dello stato di diritto e la tutela della sicurezza pubblica.

L’indagine si prospetta quindi cruciale non solo per accertare i fatti, ma anche per contribuire a una riflessione più ampia sui fattori sociali e politici che possono alimentare tensioni e conflitti.

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