giovedì 25 Settembre 2025
17.8 C
Venezia

Gaza: Medici in rivolta, un appello contro il sanitariocidio

Un appello urgente e solenne risuona dalle pagine di *The Lancet*, un monito lanciato da un’assemblea di figure mediche e professionisti sanitari di rilevanza internazionale.
La missiva, intitolata “Gaza’s Healthocide: Medical Societies Must Not Stay Silent”, è un atto di accusa contro la distruzione sistematica delle infrastrutture sanitarie a Gaza e un grido d’allarme per le conseguenze devastanti che questo conflitto sta generando sulla popolazione civile.

L’iniziativa, promossa con determinazione dai chirurghi Alessandro Vitale e Umberto Cillo, esponenti di spicco dell’Università di Padova, non si limita a denunciare la gravità della situazione, ma incita le società medico-scientifiche di ogni nazione a superare l’inerzia e a manifestare una risposta attiva e responsabile.

L’ospitalità, da sempre considerata un rifugio sicuro per la cura e la guarigione, si è trasformata, a Gaza, in un bersaglio, un sintomo agghiacciante di un fallimento umanitario di proporzioni inaudite.

I promotori sottolineano con forza che il silenzio, in questo contesto, non è un’opzione ammissibile.
La professione medica trascende la mera applicazione di tecniche e conoscenze; incarna un impegno etico profondo, un giuramento a difendere la dignità umana e il diritto fondamentale alla salute, valori imprescindibili per il progresso e la civiltà stessa.

Il conflitto in corso non solo compromette l’accesso alle cure per le popolazioni già vulnerabili, ma mina alla radice i principi cardine del diritto umanitario internazionale.
La lettera articola sei azioni concrete che le società mediche sono invitate ad adottare: condannare inequivocabilmente gli attacchi diretti e indiretti contro personale sanitario e strutture mediche; esigere un accesso umanitario immediato e incondizionato, libero da ostacoli burocratici o militari; offrire sostegno morale e pratico ai colleghi che operano in condizioni estreme; dare voce alle storie dei pazienti, spesso dimenticati, che vedono ritardate o negate cure salvavita per patologie critiche come tumori avanzati, traumi invalidanti e insufficienze epatiche; sollecitare un cessate il fuoco rapido e duraturo, l’unico modo per proteggere la vita di civili innocenti e preservare i sistemi sanitari al collasso; utilizzare le piattaforme di comunicazione e formazione delle società scientifiche per promuovere l’educazione, la sensibilizzazione e la raccolta fondi a sostegno delle popolazioni colpite.

Il documento sottolinea che il principio di neutralità medica non può essere interpretato come indifferenza o complicità.

Al contrario, impone un obbligo morale di denunciare qualsiasi violazione dei diritti umani e di agire per proteggere i più vulnerabili.
Il dovere di un medico non si esaurisce nella cura della malattia; comprende anche la difesa del diritto alla salute come valore universale e inalienabile, un pilastro fondamentale della convivenza pacifica e dello sviluppo sostenibile.
Il silenzio, in questo momento storico, non è solo un’omissione, ma un tradimento dei valori che la professione medica è chiamata a incarnare.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -