L’assenza di una risposta concreta e trasparente da parte dell’amministrazione comunale destò forti preoccupazioni nel Comitato per la Legalità e il Contrasto alla Criminalità Organizzata, presieduto da Nando Dalla Chiesa.
Durante la recente commissione consiliare, dedicata all’analisi della delibera riguardante la vendita dello stadio, l’inquietudine espressa dal Comitato evidenziava un quadro problematico che va ben oltre le vaghe promesse di intenti.
Il nodo centrale della questione risiede nell’opacità che avvolge la proprietà delle società calcistiche Milan e Inter.
L’identificazione del titolare effettivo, la figura fisica che esercita il controllo sostanziale e la responsabilità ultima, si rivela un’impresa ardua, un velo di segretezza che alimenta sospetti e ostacola ogni tentativo di verifica.
Questa mancanza di chiarezza non è un mero dettaglio burocratico, ma un potenziale terreno fertile per infiltrazioni criminali e abusi di potere.
Dalla Chiesa ha sottolineato come tale incertezza metta a rischio l’intera operazione, creando un vuoto di controllo che potrebbe essere sfruttato da organizzazioni criminali.
Non si tratta solo di una questione di trasparenza, ma di sicurezza pubblica e tutela degli interessi collettivi.
Le preoccupazioni del Comitato non si limitano alla fase ascendente della compravendita.
Anche le attività a valle, i lavori di costruzione e ristrutturazione previsti, rappresentano un punto critico.
L’impiego di imprese non verificate, non incluse in albi “white list”, espone il progetto al rischio di sfruttamento del lavoro nero e al coinvolgimento di società colluse con la criminalità organizzata, in particolare la ‘Ndrangheta, che ha dimostrato una capacità di infiltrazione sempre più pervasiva nel settore delle costruzioni.
Il fenomeno del caporalato, ormai endemico a Milano, è infatti spesso un anello di congiunzione tra imprese abusive e organizzazioni criminali.
La constatazione finale del Comitato è dunque lapidaria: un’operazione avvolta nell’ombra, dove la proprietà rimane un enigma e il rischio di sfruttamento e infiltrazioni criminali incombe su ogni fase del progetto.
Un quadro che richiede un’azione immediata e risoluta da parte dell’amministrazione comunale, non solo per garantire la legalità e la trasparenza, ma anche per tutelare la sicurezza e il futuro della città.
È imperativo che ogni passaggio sia tracciabile, ogni soggetto identificato e ogni impresa verificata, al fine di scongiurare il rischio che un’operazione apparentemente legittima diventi un veicolo per attività illegali e un danno irreparabile per la collettività.