Ottanta anni dopo il commovente corteo funebre che vide una Reggio Emilia intera accompagnare alla sepoltura i sette fratelli Cervi e Quarto Camurri, la loro storia, pilastro della Resistenza italiana, continua a risuonare con una potenza emotiva ineguagliabile.
Il 28 ottobre 1945, un atto di lutto collettivo si trasformò in una dichiarazione pubblica di impegno civile, cementando la loro figura nella coscienza nazionale.
A riaccendere questo monito, sabato 25 ottobre, il Teatro Ariosto di Reggio Emilia accoglierà “I 7 Cervi”, uno spettacolo concepito come un’immersione profonda nella tragedia familiare e nel contesto storico che la generò.
Il progetto, frutto di una visione artistica che intreccia la memoria storica con le forme espressive contemporanee, è realizzato sotto la direzione di Eugenio Sideri, esponente del Teatro delle Albe, collettivo ravennate noto per la sua prassi partecipativa e il coinvolgimento diretto della comunità.
L’intuizione di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi, ha fornito lo spunto iniziale per un’opera che ambisce a trascendere la mera rappresentazione teatrale, configurandosi come un vero e proprio atto di partecipazione civica.
Il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia e la collaborazione con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e il Centro Teatrale MaMiMò testimoniano l’importanza attribuita a questa iniziativa, che mira a riannodare fili di memoria e a stimolare una riflessione critica sul passato.
L’elemento centrale dello spettacolo è rappresentato dal Coro Grande, nato da una chiamata pubblica rivolta a tutti i cittadini maggiorenni, indipendentemente dalla loro esperienza teatrale.
Il Coro, elemento vitale e pulsante della narrazione, incarna l’agorà di Tebe, luogo di confronto e di giudizio, e la folla dei funerali del 1945, testimone silenziosa di un dolore collettivo.
Attraverso la partecipazione attiva della cittadinanza, lo spettacolo si propone di restituire voce a coloro che furono messi a tacere, di far risuonare le loro storie e di riaccendere la fiamma della memoria.
L’opera non si limita a ricostruire gli eventi tragici che coinvolsero la famiglia Cocconi, ma li relaziona al mito di Antigone, figura archetipica della ribellione contro l’ingiustizia e della difesa dei valori umani al di sopra delle leggi imposte.
Questo legame mitologico conferisce allo spettacolo una dimensione universale, aprendo un dialogo tra il passato e il presente e invitando il pubblico a interrogarsi sul significato della giustizia, della libertà e della responsabilità civile.
Per rendere omaggio alla memoria di Genoeffa Cocconi, madre dei Cervi, e dei suoi figli, il progetto prevede due cortei pubblici, uno a Campegine e uno a Reggio Emilia, che rievocheranno i momenti salienti della loro vicenda.
L’obiettivo del regista è di dare una presenza tangibile a questi personaggi, permettendo al pubblico di entrare in contatto diretto con la loro storia e di sentirsi parte di un atto di memoria condivisa.
La partecipazione al coro è gratuita ed è un invito esplicito a sentirsi custodi della memoria e attori protagonisti di un presente che deve essere all’altezza del sacrificio di coloro che ci hanno preceduto.
Le iscrizioni, aperte fino al 30 settembre, richiedono l’invio di nome, cognome, età e numero di telefono all’indirizzo i7cervi@gmail.com.