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Catella, archiviazione parziale: revisione inchiesta e dubbi urbanistica.

L’archiviazione parziale delle accuse che gravavano su Marfredi Catella, CEO di Coima Image, nell’ambito della vasta inchiesta milanese sull’urbanistica, ha generato un’importante revisione delle dinamiche investigative e sollevato interrogativi sulla complessità delle relazioni tra pubblico e privato nel settore dello sviluppo immobiliare.

Il Tribunale del Riesame, con sentenza del 23 agosto, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari precedentemente imposti, sottolineando come l’analisi approfondita degli atti non abbia riscontrato la prova inequivocabile di un patto corruttivo tra Catella e l’architetto Alessandro Scandurra, membro della Commissione Paesaggio.

L’inchiesta, incentrata sul caso del complesso ‘Pirellino’, mirava a ricostruire presunte influenze indebite che avrebbero favorito Coima nell’ottenimento di incarichi di progettazione.

La vicenda ha messo in luce la delicatezza del ruolo dei membri delle Commissioni Paesaggio, chiamati a bilanciare interessi pubblici e privati, e la necessità di garantire la trasparenza e l’imparzialità delle decisioni urbanistiche.

Il Riesame ha evidenziato come, nonostante le indagini abbiano portato alla luce una serie di relazioni professionali e scambi di corrispondenza tra Catella e Scandurra, non è emersa la prova di un accordo illegale volto a compromettere l’esercizio imparziale dei poteri conferiti all’architetto.

In particolare, il collegio ha escluso che i compensi legittimamente percepiti da Scandurra per gli incarichi di progettazione avessero implicato una “pregiudizievole” o alterata applicazione delle normative urbanistiche a favore di Coima.

L’assenza di elementi che suggerissero manipolazioni dei prezzi attraverso fatture false o gonfie ha rafforzato questa conclusione.
La decisione del Riesame non assolve Catella da ogni sospetto, in quanto l’inchiesta rimane aperta su altri fronti.

Tuttavia, l’archiviazione parziale delle accuse ha messo in discussione alcune delle ipotesi investigative iniziali e ha stimolato un dibattito sull’interpretazione delle relazioni tra professionisti del settore, sottolineando la necessità di definire con maggiore chiarezza i confini tra collaborazioni lecite e condotte illecite nel contesto dello sviluppo immobiliare e della pianificazione urbana.
L’episodio solleva, inoltre, interrogativi più ampi sulla governance del processo decisionale urbanistico e sull’importanza di rafforzare i meccanismi di controllo e di trasparenza per prevenire potenziali conflitti di interesse.

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